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4/10

Piccoli crimini coniugali regia di Alex Infascelli

Drammatico
recensione di Claudia

Elia, autore di libri gialli, torna a casa dopo un incidente domestico piuttosto grave senza ricordare nulla di come'è accaduto. La moglie è l'unica a sapere come sono andate le cose, ma non sembra proprio essere vicina a volere rivelare alcunchè, anzi!

L'ultima fatica (fatica?) di Infascelli è più un esercizio di stile, per di più teatrale, che altro. Tutto sulle spalle di due attori (Castellitto e Buy, alla terza prova insieme come marito e moglie, anche se, parole della Buy ,“Non è che ci che ci conosciamo tantissimo”) che già di solito è difficile vedere in altre vesti che non siano le loro, figuriamoci poi se interpretano ruoli che sembrano praticamente una versione di se stessi leggermente modificata.

Nel marasma di cose peggiori (la solita ambientazione bene in una casa che sembra una reggia, la recitazione concitata lui - sussurrata lei, l'improbabilità del costrutto- in un ospedale accettano una degenza del genere senza domande?-) la spuntano su tutto i dialoghi: nessuno parla così, neanche a teatro (da dove viene Piccoli crimini coniugali, ovviamente, prima ancora che da un best-seller), la micidiale battuta "Cos'è questa mania di prendere una pillola ogni volta che si prova un sentimento?" ne è la prova.

Infascelli cura anche montaggio, sceneggiatura, scenografia, persino musiche. Senza aria. Ma soprattutto con l'aggravante che probabilmente il film è stato pensato (o anche solo venduto) come il nuovo Perfetti Sconosciuti (lui non solo non ricorda nulla dell'incidente, ma neanche di chi è) o come il Carnage dei poveri. Piuttosto Inutile. L'idea del marito da migliorare approfittandosi di un amnesia poi è presa paro paro da A proposito di Henry.

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