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7/10

Le Streghe son Tornate regia di Alex De La Iglesia

Drammatico
recensione di Davide Figliolini

Quando il tuo matrimonio ti ha portato sull'orlo di una crisi di nervi e ti ha prosciugato il conto, è tempo di rapinare un compro oro. Questa è l'ultima spiaggia per un gruppo di disperati, capitanati da José, padre divorziato. Gli improvvisati ladri riescono ad uscire dal negozio con una borsa contenente 25000 fedi nuziali e fermano un taxi per scappare. Non sarebbe facile passare la frontiera con un taxi. I nostri decidono quindi di dirigersi verso la Francia, ed entrano nelle impenetrabili foreste dei Paesi Baschi, patria della stregoneria in cui si annidano gruppi di fattucchiere. I malcapitati incontrano un gruppo di donne folli che si nutrono di carne umana. Intrappolate in una villa, le streghe cercano a tutti i costi di impossessarsi degli anelli e delle anime dei nostri eroi...

Vincitore di otto Premi Goya nella 28esima edizione, "Le streghe son tornate" firma il ritorno di Alex De La Iglesia alla scrittura e alla regia. Un film in cui definire un solo genere sembra davvero un compito arduo. Ci troviamo dinnanzi ad un lungometraggio di carattere sicuramente Noir... O meglio una commedia noir con un pizzico di horror. Così può andare.

L'inizio è di quelli divertenti e capiamo subito la complessità delle diverse strutture narrative che si susseguono e si rincorrono: un alternarsi di generi, forme e caratteristiche diverse. Si parte dalla rapina: Jose (Hugo Silva) è un padre divorziato che si è stancato degli assegni di mantenimento, ma è soprattutto stufo della sua ex-moglie Silvia (Macarena Gomez), ("Armageddon" sulla rubrica del cellulare). Esilarante la discussione all'interno del negozio tra Jose e Tony (Mario Casas), un PR schiavo dell'altro sesso il quale vorrebbe solo migliorare la propria esistenza, sul perché papà Jose ha portato con sé suo figlio Sergio (Gabriel Delgado) alla rapina. La risposta è una sola: è martedì, e questo è il giorno della settimana che Sergio deve stare con il padre. Non ci sono alternative per Jose. Colpiscono i costumi utilizzati per la rapina, ma quello che ruba l'occhio è una fotografia accesa, a tratti sbiadita, ma comunque delirante. Non mancano sparatorie e movimenti di macchina in pieno stile film d'azione. Finita la rapina, qualcosa non va come deve andare nel programma di fuga, così che rubano un taxi per fuggire. E alla svelta. Alla guida troviamo lo sfortunato Manuel (Jaime Ordonez). Inizialmente terrorizzato da quello che gli sta succedendo, dopo si unisce con i due svitati, più il piccolo Sergio.

Da qui in poi inizia un altro film, o quasi. Il precursore rimane Jose, capo del gruppetto degli uomini stanchi di un certo tipo di vita. Il resto è figlio della destinazione della loro fuga: Francia (con il sogno Disneyland del piccolo Sergio), ma durante il viaggio giungono a Zugarramurdi. Ecco un altro vero "personaggio". Un paese legato fortemente alla stregoneria. Lo sa bene Manuel, esperto di tutto ciò che è paranormale e l'unico calorosamente preoccupato da quello che si narra di tale paese. I dialoghi nell'auto rubata intanto sono continuamente sopra le righe e connessi da un'ironia di fondo "contro" tutte le donne, che di fatto, hanno influenzato le loro vite fino alla rapina. Lo stesso succede delle battute nell'auto di Calvo (Pepon Nieto) e Pacheco (Secun De La Rosa), i due poliziotti con l'obiettivo di catturare i rapinatori spinti dalla ex-moglie di Jose, la quale ovviamente vuole solo riappropriarsi del suo bambino. Tuttavia i protagonisti non sanno che il bottino è maledetto e di conseguenza una maledizione terrificante si sta abbattendo sul taxi della disperazione. Mentre cercano dunque di raggiungere la frontiera cadono nelle grinfie di un gruppo di bizzarre fattucchiere (Carmen Maura, Terele Pavez e Carolina Bang). Prima sulla strada di notte... successivamente in un bar molto più che stravagante e in ultimo nella loro misteriosa e tenebrosa dimora. Tre streghe che tramandano da generazioni l'ossessione malvagia contro il sesso maschile. Da qui in poi è un delirio continuo: nella villa stregata succede di tutto. Jose impazzisce per la più giovane delle streghe, tra amore e odio. Rifacendosi allo stereotipo del rapporto complicato fra razze diverse. Tony è fra i piatti, insieme ai due poliziotti e al bambino Sergio, del banchetto stregato. Si susseguono scene di horror, di humor nero divertente, a volte ripetitivo, ed elementi di splatter fra le scene. Il finale è il cataclisma più sospirato. L'exploit degli effetti speciali e della fantasia. Anche se sembra tutto già visto.

La forza del film risiede in uno dei canonici stili di Alex De La Iglesia. Tuttavia si ha come la sensazione che le premesse iniziali della prima parte potessero dare vita davvero ad un film cult di questo genere, ma in realtà è come se ci si accontentasse di un'ottima sceneggiatura e di un potente cast. Ma da metà film in poi è meno divertente, è talvolta caotico e non dà quel qualcosa in più dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi. Ognuno rimane com'è, dall'inizio alla fine. Niente stravolgimenti, se non quelli degli effetti speciali e dell'horror eccentrico. Esatto, le scene sono figlie di una straordinarietà generale, ma sono ferme, immobili nel loro caos. I temi sono ovvi: il conflitto tra i due sessi e l'infinita-ritrita lotta tra due modi di pensare che non fa distinzioni tra razze diverse, anche se naturalmente il punto di vista delle fattucchiere è quello provocatorio: meglio drogarsi che essere brave ragazze per intenderci. La società dell'uomo e della donna in contrapposizione in un mondo altrove: cioè quello magico e stregato delle streghe di Zugurramurdi. La sottomissione della donna sull'uomo è cosa giù vista. Non è un tema originale, particolare è solo in questo caso sono la fotografia e i costumi. Davvero eccezionali. In sostanza abbiamo un corpus nebuloso di straordinaria fotografia in una sceneggiatura ottima nella prima ora e uno spreco di "quantità" filmica invalsa nel caos esasperato nella seconda parte. Uomo e donna? Molto più di questo.

 

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