Le Streghe di Salem regia di Rob Zombie
HorrorA Salem, Massachussets, città nota per il processo alle streghe del 1692, Heidi (Sheri Moon) è una DJ che conduce una rock radio locale assieme a due colleghi. Un giorno arriva in redazione un vinile chiuso in un'antica cassa di legno. I mittenti si firmano con il nome I Signori. La musica fa uno strano effetto ipnotico sulla ragazza, che inizia ad avere flash mnemonici riguardanti il rogo di alcune streghe della zona. Heidi inizia ad isolarsi sempre più, mentre all'annuncio che I Signori terranno un concerto al teatro comunale sembra far presagire oscuri sviluppi, ed un esperto di stregoneria cerca di dipanare il mistero.
In un percorso che va da L'esorcista a Shining, Rob Zombie tenta di coniugare la truculenza dello splatter che gli è propria con ambizioni autoriali al di fuori della sua portata. La mancanza di un senso della misura, l'improvvisarsi filosofo di un'escatologia fatta di visioni apocalittiche ma priva di qualunque contenuto sostanziale, la protervia con cui mette in scena una storia che vorrebbe essere molto più che un film di spavento, molto più che un'indagine psicologica sui deragliamenti di una mente devastata dalle droghe - fallendo in entrambi i casi - rendono Le streghe di Salem un film inutile, e personalmente il peggior film che abbia mai visto.
La pellicola è del tutto sconnessa sul piano narrativo, lacunosa, poco interessante perchè già vista, e sconvenientemente tronca nel finale; nella seconda parte del film si rinuncia programmaticamente ad una narrazione lineare, lasciando il posto ad una sequenza di visioni che non comunicano nessuna emozione: non fanno paura, risultano più ridicole che di impatto, in qualche caso posticce come un film della Troma. Com'è possibile che non si siano accorti della ridicolaggine imperante che abbonda in questo film? Scene che vorrebbero essere blasfeme (la fellatio al prete, la masturbazione papal-satanica) sembrano uscire da uno scollacciato videoclip di Lady Gaga o Marilyn Manson. Altre inquadrature appaiono semplicemente di routine, come lampade che ondeggiano, topi che invadono un pianerottolo, visioni furtive di cadaveri in secondo piano leggermente sfocato...roba che ormai potrebbe impressionare solo un bambino che non ha mai visto un horror in vita sua. E poi: una ricerca cromatica che sembra imitare Dario Argento senza avvicinarvisi minimamente, personaggi privi di personalità con una protagonista antipatica per la quale non si prova la minima compassione, le figure delle vicine di casa invadenti come se ne sono viste in decenni di film horror, da Rosemary's Baby in poi, un sub-plot investigativo che non serve a niente ai fini dello sviluppo narrativo, dato che spiega cose del tutto evidenti...
Insomma il film è scadente su tutti i fronti, e non varrebbe nemmeno la pena spenderci così tante parole, se non fosse per le sconcertanti critiche positive che mi è capitato di leggere in rete, soprattutto da parte di siti italiani (mentre la critica USA l'ha mediamente bastonato, com'è giusto che sia), e che mi impone di fare una riflessione in questo senso: so che è odioso dover scrivere una cosa simile, ma alcuni pezzi che ho letto in rete mi portano a pensare che molti critici Web italiani abbiano, nel migliore dei casi, preso il più gigantesco abbaglio della loro vita, o siano, nel peggiore dei casi, totalmente incompetenti dal punto di vista storico ed estetico: siano insomma più fan che critici. Non si può prendere in giro lo spettatore in questo modo: non si può consigliare ad una persona di spendere i propri soldi ed il tempo della propria unica vita a guardare un film del genere, derivativo com'è, noioso ed inconcludente com'è. Se un critico è un fan dell'horror può scrivere che il film potrebbe essere adatto a fan del genere, ma che per tutti gli altri sarebbe solo uno spreco di tempo. Non può parlare di "'un autore da cui passano necessariamente le sorti dell'horror futuro" (lo scrive Emanuele Sacchi su Mymovies) di film "Coraggioso" (è l'elogio di Gabriele Capolino su Cineblog: ma dove? In che senso?), stilisticamente interessante o altro. E' una sagra del già visto, ridicola quando vuol esser seria, noiosa per la maggior parte del tempo, senza nulla da dire che non si sia già stato visto o detto in decine e decine di horror delle decadi precedenti.
Una bruttura senza pari.
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