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7/10

Sei Mai Stata Sulla Luna? regia di Paolo Genovese

Commedia
recensione di Davide Figliolini

Gaia ha trenta anni, lavora in una prestigiosa rivista internazionale di moda e ha tutto quello che una donna desidera: ricchezza, fama e amore. Ma un evento inatteso, come quello di ereditare un casale in Puglia le fa perdere la convinzione che il suo mondo fosse perfetto. Incontra Renzo e inciampa letteralmente in un vortice di avventure e situazioni che le faranno, forse, cambiare idea sull'amore e sulla vita. Il resto sono storie corali e avventure divertenti.

"Vieni, vieni in città, che stai a fare in campagna? Se tu vuoi farti una vita devi venire in città" è quello che cantava il grande Giorgio Gaber, e anche se la canzone aveva prerogative e tematiche completamente complesse e differenti, probabilmente è questo che ha pensato la protagonista di "Sei mai stata sulla luna?",Guia, appena arrivata in Puglia e aver passato qualche giorno nella terra salentina. Tornando un attimo indietro iniziamo col dire che il nuovo film di Paolo Genovese è strutturato in una trama principale, che è quella dell'incontro di Guia (Liz Solari), seducente e affascinante donna (una di quelle che non fa ingelosire le altre donne a detta del regista), con Renzo, il bello e muscoloso, stranamente interpretato da Raoul Bova. Lei lavora insieme alla sua segretaria Carola (Giulia Michelini) in un'azienda di altissima moda; tra Milano e Parigi svolge le sue egocentriche e ruffiane "trattative" di "costume", le più blasonate del momento, e tuttavia nello stesso tempo cerca di portare avanti la relazione con il suo fidanzato, l'amabile (per lo spettatore) meschino calcolatore Marco, che cerca a tutti i costi di smarrire la propria dignità lasciandosi servire da ogni tipo di affare economico gli capiti tra le mani, interpretato dal bravissimo e ormai navigato (cinicamente) Pietro Sermonti. Lui, Renzo, è un contadino rimasto vedovo con un figlio da crescere che casualmente vive abusivamente nel casale, prendendosene cura. Dal momento che "la ragazza della moda" sa di aver ereditato un casale in Puglia, capiamo che il dado è tratto, che l'intramontabile sfida città vs campana è iniziata. Ed il leitmotiv è proprio questo. Da qui in poi nascono passioni, battibecchi ed amicizie. C'è da aggiungere che la signorina si ricorda un po' troppo tardi di togliersi il tacco 15, passano giorni e giorni e l'elegante Liz Solari si ostina a vagare (più che a lavorare) tra campi, mucche e galline con i tacchi. Forse il regista era impegnato ad assaggiare succulenti piatti salentini in quel momento. Sta di fatto che incespica continuamente tra le risate generali. In seguito le numerose sottotrame ben impegnate da Paolo Genovese in tutti i 119 minuti: La prima è quella del cugino di Guia, Pino, amato da tutti ha un ritardo nello sviluppo cognitivo, e forse banalmente, ad ogni modo ben riuscito, dà lezioni di morale ai personaggi della commedia. Oltretutto nasconde durante tutto il film un enorme segreto. Neri Marcore' fa il suo lavoro al meglio seducendo prudentemente il suo ruolo; la seconda sottotrama è la vera commedia romantica del film: la storia movimentata tra due pugliesi d'eccezione, Felice (Emilio Solfrizzi) e Mara (Sabrina impacciatore), che sognano tra i viaggi immaginari di lui e le speranze del principe azzurro di lei; la terza è quella che vede protagonisti soprattutto Delfo (Sergio Rubini), fratello di Mara e amico fraterno di Felice, il quale vive tra il suo bar (rivale di quello "americaneggiante" dell'amico), tra la voglia di vedere la sorella felice, ma forse anche il desiderio di narrarsi poeticamente verso amori inaspettati. E Carola (Giulia Michelini) che decide di farsi convincere dalla propria amica Guia di farsi travolgere anche lei dalla magia della Puglia. La parte più drammatica tocca a lei. Si perde in se stessa abbandonandosi alla verità.  Il film, più difficile a scrivere che a vedersi, è il classico film di Paolo Genovese che dopo "Immaturi" crede di aver trovato la chiave del cerchio: un successo di pubblico garantito e una qualità della commedia comunque discreta e piacevole; girato bene, ma non alla perfezione; messaggi di nuova generazione in sovraimpressione e non dimentichiamo la partecipazione di Francesco De Gregori.  "Genovesemente" ruffiana, simpatica, ma anche prevedibile e tal volta emozionante. Questo anche grazie ad un cast di tutto rispetto dove particolarmente Macore', Sermonti e Rubini danno quella incisività in più che il film comunque restituisce bene. L'amore è il diamante da sgrezzare; dove non arriva la realtà di tutti i giorni forse c'è la casualità del destino a donarci la luce della luna che il film adorna con tanto clamore. Quel bagliore di speranza che indica la via per crederci ancora una volta, innamorandosi un'ultima volta.

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