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7/10

Perfetti Sconosciuti regia di Paolo Genovese

Commedia
recensione di Davide Figliolini

Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta. Un tempo quella segreta era ben protetta nell'archivio della nostra memoria, oggi nelle nostre Sim. Cosa succederebbe se quella minuscola schedina si mettesse a parlare?

Perfetti sconosciuti è l’ultima fatica di Paolo Genovese (autore tra gli altri di Immaturi e Tutta colpa di Freud), il quale insieme a diversi sceneggiatori confeziona un film di ottima fattura italiana. Sì perché il film si presenta fin da subito compatto nella scrittura e solido tra le diverse storie che si incatenano amabilmente nelle schermo, questo nonostante i tanti, forse troppi sceneggiatori. Un gruppo di amici storici (per lo più tutte coppie) si ritrovano a cena insieme e nel mentre nasce un gioco apparentemente innocuo, ma che porterà con sé inevitabili soprese: per tutta la durata della cena tutti i cellulari (smartphone) dovranno sedere sul tavolo ed ogni chiamata, messaggio o WhatsApp dovranno essere ascoltate in vivavoce da tutti o letti ad alta voce da tutto il gruppo di amici. Questo inizialmente porterà a diversi sorrisi da parte degli amici, tra ricordi d’infanzia o scherzi telefonici, tuttavia il film entra nel vivo dell’azione quando iniziano ad arrivare messaggi ambigui o chiamate decisamente imbarazzanti.

Un soggetto semplice quello di Genovese che nasconde però una grande idea. Utilizzare il presupposto degli smartphone, mezzo di massa ormai utilizzato da qualsiasi persona, per dare voce ai segreti più nascosti dei protagonisti, ma anche e soprattutto per mettere in evidenza scossoni sentimentali importanti farciti da qualche critica sociale non indifferente. Il tutto costellato da qualche spunto ironico, in particolare nella prima parte del film, ma anche commovente nella seconda parte. Grande lavoro è stato fatto anche nella caratterizzazione dei personaggi. Genovese riesce in soli 97 minuti a dare coscienza vivida in ogni protagonista: i loro gusti, i loro difetti, le loro storie. Cosa non facilissima considerando sette attori principali. Una menzione particolare a Valerio Mastandrea il quale con apparente indifferenza riesce a smussare gli spigoli del suo tormentato personaggio in maniera assolutamente brillante. Giuseppe Battiston stordisce per la sua arguta semplicità. Edoardo Leo impettito tra infantilismo e latin lover mancato e per ultimo Marco Giallini, che forse relegato nel ruolo di saggio del gruppo funziona meno, ma colpisce sempre più la sua camaleontica recitazione. Tra le protagoniste femminili spicca Alba Rohrwacher, una recitazione ingenua, fresca, quasi nuova nel raccontare il suo fanatismo verso i sentimenti. Kasia Smutniak dà qual tocco di profondità in più mentre Anna Foglietta si svela energica nella sua drammatizzazione.

Perfetti conosciuti è un film che si lascia vedere e rivedere con piacevolezza, confezionato in maniera brillante senza mai annoiare, nonostante una sola location utilizzata. Sicuramente è lo straordinario cast che restituisce qualcosa in più alla sceneggiatura elogiandone le positività e nascondendo qualche esasperazione di troppo, soprattutto nella forzatura di alcune scene. Paolo Genovese ancora una volta percepisce qual è il punto su cui battere forte. Conosce il suo pubblico e ne cerca altri, magari tra i giovanissimi. Ordinata e pulita anche la scenografia che si lascia immedesimare tra gli eventi imprevedibili del film. Il finale è curioso ed ironico. Un ‘ottima commedia italiana che ci lascia tra l’amaro delle scelte e l’imponderabilità della coscienza; tra la nostra vita assurda e problematica e quella fittizia, ma autentica di un film nostrano.  

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Voto degli utenti: 7,5/10 in media su 2 voti.
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alexmn 7/10

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claudia mastro alle 21:54 del 26 ottobre 2016 ha scritto:

ho trovato il filmd avvero ben scritto ma non ho fatto altro che pensare "dio come vorrei rivederlo fatto da attori davvero bravi,magari americani, che che se ne dica" questo perchè la anna foglietta e mastandrea danno UNA PISTA a tutti gli altri, in bravuram soprattutto le altre due donne di casa, veramente incapaci e rigide come una donna che ha appena sentito un terremoto emntre è in ascensore

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 11:11 del 27 ottobre 2016 ha scritto:

'fatto da attori davvero bravi, magari americani'...mah, mi pare un'esterofilia pretestuosa e poco motivata (nel caso la Francia poteva essere il riferimento). trovo che gli attori di perfetti sconosciuti - e le relazioni che sanno instaurare - sono il punto di forza di un film che a livello di regia e di scrittura non è sempre solido.

claudia mastro alle 17:55 del 28 ottobre 2016 ha scritto:

che devo dirty...sono opinioni! per me con attrici veramente brave al posto della smutniak e della rohrwacher, che so una bullock o una barrymore, rispettivamente, il film ci guadagnava. cos'ì è come una partita vinta si con largo margine,ma giocata male. poi se dobbiamod ire che sono attrici fantastiche diciamolo...la regia no, l'ho trovata decente ,e poi...siamo dentro in una casa! che doveva inventarsi! le corse nei corridoi alla saw o alla muccino? le soggettive dall'alto come nel film di pif ?

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 18:51 del 28 ottobre 2016 ha scritto:

è ovvio che sono opinioni,ma lo scrivere su un sito pubblico porta con sè la possibilità di un confronto con opinioni differenti, no? a livello di regia poteva inventersi un sacco di cose senza corse nei corridoi o soggettive dall'alto. ci sono film, basta citare le prenom o carnage, in cui la regia riesce a essere più coerente dall'inizio alla fine.

bullock e barrymore...mmm...avessi citato altri nomi se ne poteva parlare, però con questi due c'è poco da confrontare.

claudia mastro alle 19:00 del 28 ottobre 2016 ha scritto:

be si la bullock buttala via!

invece penso che perfetti sconosciuti non diventi mai il film da camera che sono gli altri da te citati e quindi mai sintomaticamente teatrale e opera stilizzata proprio per la regia.carnage e company sono solo giochi di prestigio e non c'è nulla di male,ma questo film era ambientato in una sola stanza solo perchè davvero non c'era bisogno d'altro-e il fuori era rappresentato dalle continue chiamate- non certo per fare una scommessa alla "rope" .

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 19:16 del 28 ottobre 2016 ha scritto:

anche carne e le prenom erano ambientati in una sola stanza perchè era necessario che fosse così, alla fine sono persone che dialogano no?

non sto difendendo le attrici, semplicemente dico che il gruppo d'attori funzionava molto bene, chi più chi meno.

"sintomaticamente teatrale" è una dicitura perfetta da stampare su una maglietta. ehehe

claudia mastro alle 12:16 del 29 ottobre 2016 ha scritto:

é diverso. queste sono persone che stanno facendo una cena. non solo che stanno dialogando. come in la cena di scola, che infatti nessuno ricorda come film "tutto girato in un ristorante" , come con carnage "tutto girato in una stanza" perchè quello è secondario alla sceneggiatura, non è una forzatura.

alexmn (ha votato 7 questo film) alle 13:44 del 29 ottobre 2016 ha scritto:

anche in le prenom (rifatto in italia dalla archibugi, 'il nome del figlio') i protagonisti sono a cena. in carnage non sono attorno a un tavolo a cena perchè di fatto sono sconosciuti che si incontrano per risolvere un problema, però il concetto di base è lo stesso in tutti questi film.

claudia mastro alle 19:01 del 28 ottobre 2016 ha scritto:

comunque vorrei proprio capire perchè difendi tanto non dico la rohrwacher che in effetti non ha neanche sto gran disegno alla base ma la smutniak,che tral'altro in alcuni punti per coprire la non eccelsa dizione abbassa la voce a livello mormorio ecclesiastico