Perfetti Sconosciuti regia di Paolo Genovese
CommediaOgnuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta. Un tempo quella segreta era ben protetta nell'archivio della nostra memoria, oggi nelle nostre Sim. Cosa succederebbe se quella minuscola schedina si mettesse a parlare?
Perfetti sconosciuti è l’ultima fatica di Paolo Genovese (autore tra gli altri di Immaturi e Tutta colpa di Freud), il quale insieme a diversi sceneggiatori confeziona un film di ottima fattura italiana. Sì perché il film si presenta fin da subito compatto nella scrittura e solido tra le diverse storie che si incatenano amabilmente nelle schermo, questo nonostante i tanti, forse troppi sceneggiatori. Un gruppo di amici storici (per lo più tutte coppie) si ritrovano a cena insieme e nel mentre nasce un gioco apparentemente innocuo, ma che porterà con sé inevitabili soprese: per tutta la durata della cena tutti i cellulari (smartphone) dovranno sedere sul tavolo ed ogni chiamata, messaggio o WhatsApp dovranno essere ascoltate in vivavoce da tutti o letti ad alta voce da tutto il gruppo di amici. Questo inizialmente porterà a diversi sorrisi da parte degli amici, tra ricordi d’infanzia o scherzi telefonici, tuttavia il film entra nel vivo dell’azione quando iniziano ad arrivare messaggi ambigui o chiamate decisamente imbarazzanti.
Un soggetto semplice quello di Genovese che nasconde però una grande idea. Utilizzare il presupposto degli smartphone, mezzo di massa ormai utilizzato da qualsiasi persona, per dare voce ai segreti più nascosti dei protagonisti, ma anche e soprattutto per mettere in evidenza scossoni sentimentali importanti farciti da qualche critica sociale non indifferente. Il tutto costellato da qualche spunto ironico, in particolare nella prima parte del film, ma anche commovente nella seconda parte. Grande lavoro è stato fatto anche nella caratterizzazione dei personaggi. Genovese riesce in soli 97 minuti a dare coscienza vivida in ogni protagonista: i loro gusti, i loro difetti, le loro storie. Cosa non facilissima considerando sette attori principali. Una menzione particolare a Valerio Mastandrea il quale con apparente indifferenza riesce a smussare gli spigoli del suo tormentato personaggio in maniera assolutamente brillante. Giuseppe Battiston stordisce per la sua arguta semplicità. Edoardo Leo impettito tra infantilismo e latin lover mancato e per ultimo Marco Giallini, che forse relegato nel ruolo di saggio del gruppo funziona meno, ma colpisce sempre più la sua camaleontica recitazione. Tra le protagoniste femminili spicca Alba Rohrwacher, una recitazione ingenua, fresca, quasi nuova nel raccontare il suo fanatismo verso i sentimenti. Kasia Smutniak dà qual tocco di profondità in più mentre Anna Foglietta si svela energica nella sua drammatizzazione.
Perfetti conosciuti è un film che si lascia vedere e rivedere con piacevolezza, confezionato in maniera brillante senza mai annoiare, nonostante una sola location utilizzata. Sicuramente è lo straordinario cast che restituisce qualcosa in più alla sceneggiatura elogiandone le positività e nascondendo qualche esasperazione di troppo, soprattutto nella forzatura di alcune scene. Paolo Genovese ancora una volta percepisce qual è il punto su cui battere forte. Conosce il suo pubblico e ne cerca altri, magari tra i giovanissimi. Ordinata e pulita anche la scenografia che si lascia immedesimare tra gli eventi imprevedibili del film. Il finale è curioso ed ironico. Un ‘ottima commedia italiana che ci lascia tra l’amaro delle scelte e l’imponderabilità della coscienza; tra la nostra vita assurda e problematica e quella fittizia, ma autentica di un film nostrano.
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