Something Borrowed regia di Luke Greenfield

Senza voler scadere nell'esagerazione ridicola che cade nel grottesco, Something Borrowed è, soprattutto nella sua infinita parte centrale (sembra una serie tv, anzi un cofanetto intero) un'ovvia riedizione delle varie commedie "incontri in campagna" tanto care al cinema francese anni 30, genere la regle du jeau e soci. Non un brutto film, ma brutte caratterizzazioni: l'indecisa Rachel- sembra indecisa la stessa attrice, che non sembra mai convinta delle motivazioni e delle azioni dubbie della sua "eroina" fino al telefonato finale- ha capelli sfibrati color topo tutto il tempo pur di farcela bere come "la ragazza di biblioteca" innocua che fa quello che fa (tradire la sua amica) solo perchè mossa da veri sentimenti e che in normali circostanze MAI sarebbe capace di tale olezzante triangolo; ugualmente Kate Hudson ha un perenne bicchiere di vino in mano per renderci il trattamento da lei subito meno tremendo di quello che è: in quale universo poi due ragazze così diverse sarebbero non solo amiche, ma migliori amiche? E come può un uomo che era in procinto di sposare una party girl con i fiocchi, botox-amante e collezionista di Chanel, scoprirsi improvvisamente innamorato o anche solo interessato di una seria avvocatessa con zero grilli per la testa e la loquacità di una carota? I punti di forza che fanno innamorare perdutamente il bel Dexter della scialbissima Rachel non sono mai chiari, così come non sono molti chiari i tempi di trascorrenza tra un evento e l'altro (sembra che Dexter e Rachel diventino amici e poi lui conosca Darcy e le chieda di sposarla tutto nell'arco di un paio di mesi), forse in uno dei numerosissimi flashback era il caso di spiegarli: non chiari neanche i continui weekend al mare d'inverno (o forse sono solo girati evidentemente in inverno ma per loro è estate?).

Tratto da un libro del 2005, è anche girato come un libro, ogni scena o poco più sembrante un capitolo: l'avvicinamento, l'innamoramento, l'allontanamento, la decisione, l'epilogo. Kate Hudson una spanna sopra tutti e assieme a Marcus decisamente più interessante degli imbolsiti protagonisti a volte così simili da sembrare più fratello e sorella che focosi amanti. Particolari le scelte di cast: sembrano fatte tenendo conto dello star power in quel momento più che del ruolo: Josh Krasinski (da The Office) un po' troppo noto per fare addrittura la 4ta ruota e Ashley Williams decisamente troppo carina per essere la ragazza osessionata dallo stesso che lui schiva in tutti i modi (in più la loro storia non ha nessuna conclusione, il che la rende totalmente senza scopo).