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R Recensione

7/10

Non Ti Muovere regia di Sergio Castellitto

Drammatico
recensione di Pasquale D'Aiello

La figlia quindicenne di Timoteo è vittima di un incidente in motorino. Viene trasportata nella struttura dove il padre lavora come chirurgo. Malgrado il suo lavoro, Timoteo non vuole assistere all'intervento per la rimozione di un ematoma subdurale. La ragazza è sotto i ferri in pericolo di vita e lui, durante l'attesa del risultato dell'operazione, si affaccia alla finestra dove scorge una donna che si siede su una sedia al centro di un incrocio di vialetti che portano alla struttura ospedaliera. La donna è seduta di spalle e indossa un paio di scarpe rosse. Timoteo ha un fremito quando la vede, perché la ragazza è Italia, una donna che lui aveva incontrato più di dieci anni prima. Timoteo ripercorre mentalmente l'incontro e la storia con questa donna...

 

La sceneggiatura è redatta dallo stesso Castellitto e dalla Mazzantini, autrice dell'omonimo libro da cui è tratta la storia. Una storia di amori, fatti di cose normali, mostrate per quello che sono. Ci sono le differenze di classi, in cui i borghesi benestanti sono cinici e superficiali quanto basta per essere credibili, senza aggiunte che potrebbero rendere il tutto meno credibile e rischiare anche di salvare la loro classe, illuminandoli come eccezioni. I poveri sono incolti e rozzi, come spesso sono, senza santificazioni che puzzano di feste natalizie. Questo tocco realistico dipinge straordinariamente il mondo dei medici cui appartiene Timoteo (Castellitto).

Possiamo vederli consumarsi nel loro lavoro, per soldi, per desiderio di salvare una vita. Capaci di dare vita allo stesso modo di toglierla. Questa dicotomia diventa la forza portante del film. Timoteo, medico, sposato con una donna bellissima e colta (Claudia Gerini) vive nell'agio e nell'indifferenza reciproca dei rapporti familiari e di lavoro. Si innamora di una donna poverissima, volgare, incolta (Penelope Cruz). Il loro rapporto inizia in modo violento, con un rapporto sessuale al limite dello stupro. E così continuerà fino alla tragica fine. In ogni momento si è posti difronte alla scelta tra la superficie liscia dei rapporti convenzionali e la ruvidità del magma che ci galleggia dentro.

La forza dell'opera risiede nella capacità di evitare sguardi moralistici o didascalici che indichino improbabili vie d'uscita. L'unica pecca che gli si può imputare è lo sciocco tentativo di negare l'assunto centrale del film affermando una pietosa bugia: chi ti ama c'è sempre, c'è da prima di te. 

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dalvans (ha votato 6 questo film) alle 11:38 del 21 ottobre 2011 ha scritto:

Sufficiente

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