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9/10

La Fine del Mondo regia di Edgar Wright

Commedia
recensione di Alessandro Laganà

Torna, per l'ultimo capitolo, la divertente coppia Simon Pegg e Nick Frost. A vent'anni di distanza da un memorabile pub crawl, cinque amici d'infanzia si riuniscono per provare di nuovo la “maratona alcolica”. Mentre cercano di riconciliare il passato con il presente, capiscono che la vera battaglia è quella per il futuro, non solo il loro, ma quello di tutto il genere umano.

Edgar Wright è un genio. Simon Pegg e Nick Frost mi fanno ridere anche se inquadrati di sfuggita. L’Alba Dei Morti Dementi e Hot Fuzz sono due capolavori. Mi sembra giusto ammettere che mi sono approcciato a questo film con qualche pregiudizio. Ma non per questo sarò meno indulgente. Giuro. Anzi, è forse il film da me più atteso dell’anno quindi, come disse più o meno lo zio Ben una volta, da grandi aspettative derivano grandi responsabilità. Fatto sta che non sarò indulgente con The World’s End per un motivo molto più semplice. È fantastico.

Se, come me, siete grandissimi fan della Triologia del Cornetto (di cui fan parte i due film citati all’inizio e La Fine del Mondo appunto) vi basterebbe sapere che questo film è all’altezza, se non in certi aspetti superiore, degli altri due; la recensione per voi è già finita e potete correre subito a vederlo. Se invece non conoscete Wright e soci allora per prima cosa recuperatevi gli altri due. Apprezzateli. Ritornate al primo caso e agite di conseguenza. E se invece ancora, caso peggiore, li conoscete ma non li apprezzate, date comunque una chance a questa pellicola, mi ci gioco una pinta che vi piacerà.

Due cose mi hanno sempre catturato nei film di Wright, facendone uno dei miei registi preferiti: I dialoghi serratissimi in cui non ci si può fermare a ridere perché la battuta dopo è ancora più divertente di quella prima e se ridi non riesci a sentirla. Conversazioni dal ritmo sensazionale, senza intoppi, in cui alla fine ti ritrovi a odiare ognuno di loro perché non hai il british humour di almeno uno di loro. Seconda cosa, più rara in questo genere di film, è che il ritmo e il divertimento si mantiene anche nelle scene d’azione. Fondamentalmente a me una scena di combattimento corpo a corpo o c’è Bruce Willis oppure, a meno che non sia realizzata  in maniera sublime e particolare, non m’attira proprio per niente. Ma in ogni opera del regista inglese ogni "combattimento" mi cattura per la coreografia e la sua realizzazione. Ne L’alba dei morti dementi ci fu una battaglia epica con i Queen di sottofondo, in Scott Pilgrim vs The World, fuori dalla triologia ma dello stesso regista,  l’aggiunta di grafiche nerd stile videogiochi fu una trovata geniale. In questo film l’andazzo è lo stesso, sottofondi musicali che accompagnano pugni calci e battute geniali d’intermezzo (a proposito di musica, Blur, Stone Roses, Happy Mondays e Pulp dovrebbero bastare a convincervi della qualità della soundtrack).

La storia è più ricercata e originale dei primi due capitoli. Cinque ragazzi, finita la scuola, tentano l’impresa: completare il cosidetto “Miglio Dorato”, ovvero bere una pinta in ognuno dei 12 pub (ultimo dei quali è per l’appunto il World’s End) della loro citta: Newton Haven. Pur non riuscendoci quella rimane una serata leggendaria, in particolare per Gary King (Pegg) che vent’anni dopo è ancora ancorato nel passato, considerando quella notte come il punto più alto della sua vita. Senza riuscire ad adattarsi al presente e a pensare al futuro decide di rimettere insieme la vecchia “banda”, che intanto si era persa di vista. Convince quindi Andrew (Frost), suo vecchio migliore amico con cui si era lasciato parecchio male vent’anni prima, Oliver (Martin Freeman), Steven (Paddy Considine) e Pete (Eddie Marsan) a ripercorrere l'eroiche gesta di gioventù.

Quella che inizia come una goliardica e quantomai tardiva avventura adolescenziale cambia presto volto quando i 5 amici si accorgono che gran parte della popolazione di Newton Haven è stata “rimpiazzata” da degli alieni non meglio identificati, pedine di un’organizzazione chiamata “La Rete”, che si insedia in ogni pianeta della galassia sostituendo alcuni abitanti (in particolare coloro che si oppongono ad essi) con loro copie vuote, che ne conservano solo l’aspetto e parte dei ricordi, in modo da far progredire il pianeta stesso. La gara di pinte si trasforma presto in una di sopravvivenza, anche nel tentativo di liberare la Terra stessa, rivendicando il fancazzismo umano a discapito dell’ordine della Rete, che per quanto faccia progredire l'umanità, per esempio con innovazioni tecnologiche, priva gli umani del loro poter essere umani. Ovvero dei cazzoni menefreghisti che però hanno il diritto di essere tali. Una satira della società moderna che non scade nei soliti moralismi ma anzi sta dalla parte dei milioni di Gary King di questo pianeta, che preferiscono una pinta al progresso.

Un film divertente, intelligente, coinvolgente, in certi punti persino commovente, che chiude perfettamente quella che sicuramente è la Triologia più folle della storia del cinema. E probabilmente, sperando che i vari Jackson, Spielberg e Lucas non me ne vogliano, quella che mi mancherà di più. Il 9 finale è quindi un omaggio non solo a questo film ma a tutta la fantastica Triologia del Cornetto.

V Voti

Voto degli utenti: 8/10 in media su 2 voti.
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B-B-B 8/10

C Commenti

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alexmn alle 22:41 del 17 ottobre 2013 ha scritto:

peccato essermelo perso in sala..è rimasto davvero poco..

laga, autore, alle 16:00 del 18 ottobre 2013 ha scritto:

sarà un ottimo pretesto per prendere l'intero cofanetto della triologia quando e se uscirà