Venezia 72

Tanta carne al fuoco a Venezia 72 (2-12 settembre 2015), a cominciare dai numeri: ben 21 film nel concorso principale, 16 presentazioni fuori concorso (di cui 9 documentari), 18 lungometraggi nella sezione Orizzonti; 16 sono invece i cortometraggi, sparpagliati nelle varie sezioni del festival. Una selezione dura, dato il totale dei film esaminati: l'impressionanate cifra di 3193 (di cui 1740 lunghi e 1453 corti). Come si sono orientati in commissione, per decidere quali film proiettare?
Il direttore Alberto Barbera sottolinea il carattere di novità della proposta cienmatografica, che punta molto sugli esordienti: nel concorso principale figurano infatti ben 3 opere prime (L'attesa, di Piero Messina; From Afar, di Lorenzo Vigas; Anomalisa, unico film d'animazione in concorso co-diretto dall'esordiente Duke Johnson e dal pluripremiato Charlie Kaufman) 16 sono i registi che esordiscono per la prima volta nella competizione al Lido. Non mancano nomi importanti quali Marco Bellocchio (Sangue del mio sangue), Tsai Ming-liang (Afternoon), Aleksandr Sokurov (Francofonia), Jerzy Skolimowski (11 minutes) e Frederick Wiseman (In Jackson Heights), mentre il Leone d'Oro alla carriera verrà consegnato quest'anno al maestro del cinema francese Bertrand Tavernier (per l'occasione verrà proiettato il suo film del 1989 La vita e niente altro). Sono ben 44 i paesi rappresentati al festival, certo nno tutti con lo stesso peso quantitativo: contando sia lunghi che corti, ai primi posti spiccano Francia (23) Stati Uniti (19) e Italia (13); in generale il palinsesto si presenta piuttosto "occidentalofilo" (abbondante la presenza europea), con l'Asia relegata in secondo piano (colpa di Cannes che se li è presi tutti per sé?): solo 2 film dal Giappone e 4 dalla Cina (più uno da Taiwan) e sparute presenze indiane e thailandesi. Più presente invece il vicino oriente con presenze da Turchia, Qatar, Israele e Iran.
L'impostazione generale sembra privilegiare il cinema d'autore, a confermare l'identità che sembra ormai volersi dare Venezia, ovvero quella di festival per intenditori; una scelta comprensibile data l'insormontabile concorrenza del gargantuesco festival-mercato di Toronto (si tenta comunque di rispondere con il Venice Film Market, giunto alla sua quarta edizione). Anche la composizione della giuria del concorso principale (fra cui spiccano i nomi degl iautori contemplativi Hou Hsiao-hsien, Pawel Pawlikowski e Nuri Bilge Ceylan) lascia presagire un'attenzione particolare al cinema di ricerca. Forse a bilanciare le scelte ci penserà il presidente di giuria Alfonso Cuaròn, la cui ultima presenza al festival ha portato fortuna. E ad alleggerire il programma ci pensano i due film di apertura e chiusura: il survival movie Everest di Baltasar Kormákur (con Josh Brolin, Emily Watson, Keira Knightley e Jake Gyllenhaal) e il dramma contemporaneo cinese Mr. Six di Guan Hu.
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