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10/10

WALL•E regia di Andrew Stanton

Animazione
recensione di Alessandro Giovannini

2805. La Terra è stata abbandonata da qualche decennio a seguito dell'inquinamento e dell'iper-consumismo che l'ha sommersa di rifiuti. Ignari del loro passato e ridotti ad obesi scarsamente intelligenti, i superstiti vivono in un'enorme nave spaziale lontana anni luce. In quel che resta di New York, un solo essere senziente si aggira ancora fra antichi scheletri di grattacieli e montagne di rifiuti: WALL•E, robot spazzino, ultimo esemplare ancora funzionante di un esercito di industriosi riciclatori di rottami che avevano un tempo il compito di tentare di salvare il pianeta dalla sporcizia. Solo lui è rimasto, ancora in funzione (si mantiene ricorrendo alle componenti di altri esemplari rotti). Lavorando indefessamente, WALL•E è come il soldato giapponese nascosto nelle profondità della giungla che continua la sua battaglia senza sapere che la guerra è finita. Un giorno fa una straordinaria scoperta: una piantina (probabilmente la prima che vede nella sua esistenza) fa capolino fra i rifiuti. L'evento coincide con un altro, l'arrivo di un'astronave che rilascia un robot "femmina", Eve, incaricata proprio di cercare tracce di vita vegetale. L'incontro fra i due innescherà una serie precipitosa di eventi.

L'idea, semplice e geniale, di un robot lasciato solo sulla Terra evacuata venne al regista Andrew Stanton già nel 1994. Ci sono voluti parecchi anni affinché da quel concept primigenio scaturisse una vera sceneggiatura, ma ne è valsa la pena. Il capolavoro assoluto dell'animazione digitale è finalmente arrivato, anche se non premiato da incassi eccezionali al box office ("solo" 521 milioni di dollari, con un budget invece più alto del solito, 180 milioni), che si sarebbe invece ampiamente meritato. Probabilmente la prospettiva di un film d'animazione senza dialoghi per i primi tre quarti d'ora deve aver scoraggiato una fetta di pubblico; questo (il timore di scarsi incassi) fu anche il motivo per cui la Disney rinunciò ad un'idea simile nel corso della lavorazione di Dinosauri. Ma si sa, bisogna osare e credere in un progetto per far sì che si avveri, e la fatica dello studio di Lasseter e soci è stata premiata: è il primo film Pixar dai temi veramente adulti, pur restando godibilissimo per qualunque fascia di pubblico. Il problema della sostenibilità della civilità dei consumi da parte del pianeta non può e non deve più essere un argomento da discussione accademica o da ritrovi mondiali di dubbia utilità da parte di governi più o meno interessati ad agire in ambito ecologista: la prospettiva offerta dal film è certo fantascientifica in senso proprio, cioè molto improbabile eppure verosimile. Se la Terra non può essere ovviamente considerata un "essere vivente", come fa molta filosofia spiccia new-age, è pur vero che essa fa da piattaforma per un'infinità di esseri viventi, e per quanto ne sappiamo non ce ne sono altre nell'universo, quindi persa questa...il primo intento del film è chiaramente educativo; la speranza è sì nelle nuove generazioni, ma il cambiamento di abitudini e comportamenti deve iniziare da chi vive oggi (magari facendo seriamente la raccolta differenziata, o sopportando i disagi dati dalla presenza di un impianto di smaltimento dei rifiuti in nome di un beneficio collettivo).

Tutto questo in salsa sci-fi, per la gioia di bambini ed appassionati del genere: megalopoli in rovina, enormi navi spaziali che sembrano acquapark futuristici, robot di tutti i tipi (compreso un computer emulo di HAL 9000). Il design degli ambienti e degli automi è vario e riesce a risultare originale dopo decenni di variazioni sul tema. Lo stesso protagonista, è astutamente disegnato con un aspetto povero, da agglomerato di pezzi di ricambio, in netta contrapposizione con lo scintillante biancore di Eve. La metropoli desertificata e piena di ferri vecchi è immersa in un abbacinante luce solare virata in ocra dal pattume, dalla sabbia e dalla ruggine, in opposizione cromatica con le essenziali ed eleganti forme pulite, tondeggianti e fredde dell'interno della nave spaziale nella seconda parte del film.

Se la prima metà del film è totalmente muta e la seconda lo è poco meno, la Pixar è riuscita nel duplice intento di non far parlare mai i protagonisti ed allo stesso tempo di farli interagire "come se si parlassero", e questo è uno dei punti forti del film: la mimica di WALL•E e di tutti gli altri robot è qualcosa di sensazionale, di mai visto a questi livelli, e permette di raggiungere un'empatia con il goffo protagonista che ha dell'incredibile. Le "voci" sintetiche che ci fanno intuire nomi propri e nuclei minimi di discorso sono condizioni sufficienti alla comprensione dello svolgersi degli eventi, e sono talmente funzionali che ci si chiede il perchè della presenza di tante linee di dialogo inutile in molti film quando bastano una buona regia ed una buona sceneggiatura per comunicare senza ridondanti didascalismi.

La colonna sonora commenta il film per lunghe porzioni, e pure nella sua non creatività gestisce al meglio tempi e motivi per assecondare ciò che vediamo sullo schermo; con la divertente idea di inserire anche un pezzo d'epoca, Hello, Dolly! (dal musical omonimo del 1964), di cui WALL•E va pazzo.

Io non trovo difetti in questo film. Ergo, lo considero un capolavoro dell'animazione al pari di Fantasia e Una tomba per le lucciole. Visione imprescindibile per qualunque cinefilo.

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Voto degli utenti: 9,3/10 in media su 9 voti.

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misterlonely (ha votato 8 questo film) alle 0:24 del 14 agosto 2013 ha scritto:

Un grande film anche se non condivido assolutamente l'isterico entusiasmo che vi ruota attorno da quando è uscito. E' parecchio evidente la discontinuità e il dislivello qualitativo tra la prima e la seconda parte del film. Non è ai livelli di Up, né di Toy Story 3, che rimangono senz'altro i due veri capolavori Pixar anche solo per due delle migliori sceneggiature mai scritte per un film d'animazione nella storia.

alejo90, autore, (ha votato 10 questo film) alle 10:05 del 14 agosto 2013 ha scritto:

non noto questa discrepanza qualitativa tra le due parti del film; certo la prima è più innovativa e la seconda più canonica, ma non per questo inferiore o deludente rispetto alle premesse iniziali, anzi secondo me ci sono diverse buone idee anche nella seconda, come gli esseri umani ridotti a larve obese incapaci di muoversi.

IvanBarbieri (ha votato 9 questo film) alle 21:08 del 5 agosto 2014 ha scritto:

Anche a mio parere la seconda parte non è al livello della prima, ma il film rasenta comunque la perfezione