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R Recensione

7/10

La Carica dei 101 regia di Clyde Geronimi

Animazione
recensione di Alessandro Giovannini

Peripezie di Pongo e Peggy, una coppia di dalmata che vive a Londra con i loro "padroni" Rudy (un pianista) e Anita, aiutata nelle faccende di casa dalla governante Nilla. A seguito della cucciolata di Peggy, Crudelia De Mon, acida vecchia conoscente di Anita, si propone di acquistarglieli, ma la coppia non sembra intenzionata a vendere. Crudelia ha in mente un losco proposito ed ordina ad una coppia di balordi di intrufolarsi in casa e portar via i piccoli. Ovviamente Pongo e Peggy si lanceranno alla ricerca dei cagnolini scomparsi.

Dopo La Bella Addormentata nel bosco, che come spesso è capitato per le mega-produzioni Disney incassò meno di quanto era costato, serviva un film a basso costo per recuperare le perdite. La carica dei 101, Tratto dal romanzo I cento e una dalmata di Dodie Smith  (1956), centrò l'obbiettivo grazie al fatto che a fronte di un disegno meno elaborato e più stilizzato, seguendo l'esempio del precedente, e senza ricorrere a particolari effetti speciali, la storia avvincente ed il ritmo frenetico assicurarono un grande successo di pubblico. Nonostante ciò in questo film si introduce un'importante innovazione tecnica, come al solito ad opera di Ub Iwerks, noto tecnico specialista dello Studio Disney, ovvero l'introduzione della xerografia nell'animazione. Xerox è il nome di un'azienda americana di fotocopiatrici che deve il suo nome all'invenzione, da parte di Chester Carlson, della xerografia, un metodo di stampa a secco realizzato nel 1938. Applicando tale tecnologia all'animazione, Iwerks riuscì ad ottenere un'inchiostratura automatica dei disegni degli illustratori realizzati sui rodovetri (o, più pragmaticamente, "cels" in inglese), cioè le lastre di vetro contenenti i disegni degli elementi in movimento di un film che venivano poi giustapposti ai fondali fissi dipinti, riprendendo il tutto con una videocamera per realizzare un singolo frame del film. In questo modo si riuscirono ad abbattere tempi e, soprattutto, costi (licenziando tutti gli inchiostratori Disney ridusse il suo staff di centinaia di dipendenti).

Anche in questo film furono ingaggiati degli attori per ricoprire i ruoli principali, ma non fu usato il Rotoscope come in precedenza, lasciando più liberi i disegnatori. Così il tratto è più leggero, i movimenti più liberi e l'azione più vivace e rocambolesca che in passato.

Anche la sezione musicale è accattivante, sebbene figurino solo tre canzoni nel film: altro sintomo della volontà di cambiamento rispetto all'epoca precedente; maggior concentrazione è stata infatti dedicata alla storia ed alla caratterizzazione dei personaggi, tutti riusciti.

In conclusione la bella sceneggiatura, la musica prorompente e le animazioni esagitate da gag del muto ne fanno un altro Classico Disney da non perdere.

V Voti

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FCA1739 10/10

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