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R Recensione

7/10

Quarto Comandamento regia di Bertrand Tavernier

Drammatico
recensione di Alessandro Giovannini

1350. Nelle prime fasi della guerra dei Cent'anni (1337-1453, in cui sovrani inglesi e francesi si contendevano il possesso dei territori francesi) viene fatto prigioniero dei britannici il nobile François de Cortemart (Bernard-Pierre Donnadieu). Dopo una lunga assenza, torna finalmente, assieme al figlio Arnaud (Nils Tavernier) al castello dove da anni li attende trepidante la devota e affezionata figlia Béatrice (Julie Delphy). Il condottiero è però tornato trasformato dal conflitto, crudele e spietato, praticamente folle, abusa della figlia e denigra il figlio, finché Béatrice non deciderà di vendicarsi.

Con questo film Tavernier riflette sull'abominio del male e sull'effetto deleterio che esso ha sulle persone: chi è vittima del male finisce per diventarne il tramite. Ciò è esplicato sia nel prologo, che mostra le radici della follia in un François infante, e nell'epilogo, che rima con l'inizio e chiude a cerchio la storia, lasciando intendere che il male continuerà a perpetrarsi in futuro.

Con una scenografia essenziale ed una fotografia fredda, il regista francese trasmette un senso di disagio e disgusto; la turpe vicenda, raccontata senza indulgere in immagini eccessive, riesce a provocare con i suoi sottesi e ad angosciare profondamente in molte sequenze, raggiungendo forse l'apice in quella del grottesco "matrimonio" tra padre e figlia.

Donnadieu è di un'intensità molto profonda, ed anche il resto del cast è stato scelto bene.

E' un film disperato e deprimente che fa riflettere sugli abomini compiuti dall'uomo, sia su vasta scala (la guerra) sia nei rapporti interpersonali.

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