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7/10

Gravity regia di Alfonso Cuarón

Fantascienza
recensione di Alice Grisa

Durante una missione spaziale gli astronauti Ryan Stone e Matt Kowalsky si trovano dispersi nello spazio, dopo che una pioggia di detriti ha colpito e distrutto il loro team. Lontani dalla sicurezza della navicella dovranno intraprendere una durissima prova per salvarsi e tornare a casa.

Gravity è un film di buio e stelle. Lo spazio trascende il suo status di consueta dimensione per diventare una costellazione di simbologie: è una culla, è una sala cinematografica, è un grembo materno, uno spazio della mente? Questo meta-luogo sfaldabile e ricomponibile è qualunque cosa e allo stesso tempo non è niente.E poi c’è quel vuoto tra gli astri, come la solitudine di un pomeriggio di pioggia. Fa freddo, la radio si è rotta, si prova paura perché è tutto immobile ma provvisorio.

Cuaròn gioca con la luce e i movimenti di macchina prima in distaccato piano sequenza poi in soggettiva delineando un universo meraviglioso e terribile dove pone l’Uomo e la Donna. Ryan Stone-Sandra Bullock nasce, cresce, soffre, soffre ancora di più, muore e rinasce ancora in quel limbo nero, affiancata da una carta jolly che è Matt Kowalsky-George Clooney, enfant terrible dagli occhi che brillano. Sono due puntini bianchi scampati alla pioggia di detriti ma ora persi nel nulla, lontani dalla sicurezza della stazione spaziale, chimicamente amalgamati tra il panico di lei e lo humor di lui. Il 3D accompagna la storia in modo composto e perfettamente funzionale: una lacrima di Ryan diventa una piccola bolla che scavalca lo schermo fondendo tecnologia digitale con meccanica analogica del cuore. Gli innegabili virtuosismi tecnici e sonori non sono fini a sé stessi, perché l’impalcatura concettuale è solidissima. I temi di Salvezza e Speranza de I figli degli uomini si ritrovano più intimi, nascosti tra le stelle, scavati nello sguardo febbrile di una donna che deve superare un trauma del passato per tornare a casa (una piccola pecca, la profonda “americanità” del problema antico da risolvere). Lo “spazio” non è mai stato così “terra”: qui non c’è Hal 9000, si combatte contro sé stessi: la paura di tornare, la paura di vivere. Terra e cielo non sono altro che vita e morte, ma la morte non è mai la soluzione se la vita insiste e si impunta intimando tutta la sua urgenza: torna, vai, mettiti in moto, fai qualcosa.

La sceneggiatura classica segue il mutamento interiore di Ryan, l’abbattimento dell’ostacolo interno che è l’unico modo (da manuale) per superare gli ostacoli esterni di un ambiente ostile e pericoloso. Eppure la prima parte ha qualcosa di più di un compito ben svolto: è visiva e al contempo narrativa, è diversa da tutti i film “spaziali” caratterizzati da molta, moltissima azione, perché lo sfondo non si sostituisce ma si incorpora al dramma della protagonista. Purtroppo non si può dire lo stesso della seconda parte, che cade un po’ alla deriva (come i due astronauti) verso una spettacolarizzazione di movimenti tipicamente hollywoodiani ed effetti speciali in crescendo, fino a un finale non inaspettato ma coerente.

L’eccesso di action/effetti speciali dell’ultima mezzora si riscatta con un intermezzo divertente e poetico, affidato a George Clooney, in modo da consegnare allo spettatore un film non solo complessivamente riuscito, ma anche avvincente e godibile.

Il buio viene dopo, ma anche prima della luce.

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Voto degli utenti: 8,1/10 in media su 20 voti.

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Slask (ha votato 9 questo film) alle 4:08 del 11 ottobre 2013 ha scritto:

Per me è intrattenimento di alta classe come se ne vedono pochi di questi tempi. Un blockbuster realizzato da un'artista della cinepresa, e in generale un'esperienza visiva che rimarrà imbattuta per parecchio tempo.

tramblogy alle 22:11 del 11 ottobre 2013 ha scritto:

Hoooo....una bella recensione...per me e' ancora peggio...mancava howard sulla souyuz e la madre che lo chiamava al telefono ed era quasi piu serio. (che due maroni lo stereotipo della madre americana che perde il figlio)

Gabrepa1990 (ha votato 5 questo film) alle 16:32 del 13 ottobre 2013 ha scritto:

a me non è piaciuto, se togli gli effetti speciali in 3 D praticamente non c'è nulla. La trama è appena abbozzata. Insomma mi ha lasciato l'amaro in bocca

Slask (ha votato 9 questo film) alle 19:13 del 14 ottobre 2013 ha scritto:

Ma il film E' basato sull'impatto visivo... la trama è semplicissima ai limiti della banalità proprio perchè l'obiettivo di Cuaron è di immergere lo spettatore in questa esperienza "sensoriale", si sapeva che questa pellicola non avrebbe avuto una trama chissà quanto intricata, o una sceneggiatura da Oscar. A mio avviso il film intrattiene alla perfezione perchè immagini, suoni e musica centrano perfettamente l'obiettivo di "avvolgere" il pubblico e immergerlo in questa esperienza estrema. Aggiungiamoci poi che la Bullock nonostante tutto regge perfettamente il film sulle sue spalle..

alexmn (ha votato 8 questo film) alle 22:53 del 14 ottobre 2013 ha scritto:

assolutamente d'accordo con te. un'esperienza visiva davvero di alto livello, con momenti di tensione ben costruiti. l'unico appunto è sul doppiaggio di clooney..a tratti sembra di sentire il pannofino di boris.

tramblogy alle 19:40 del 15 ottobre 2013 ha scritto:

Sulla bullock, Nonostante tutto si intende, nonostante la sua inespressività fatta donna......

swansong (ha votato 9 questo film) alle 19:39 del 5 novembre 2013 ha scritto:

Quoto il commento di Slask. Film visivamente straordinario. Sequenze magistralmente girate, montate e fotografate. Pareva veramente di fluttuare insieme agli attori nello spazio! Visto in 3D mi ha lasciato a bocca aperta per 90 minuti. La trama/sceneggiatura, effettivamente poca cosa, conta nulla. Ciò che conta è che questo è cinema di altissimo livello. Mai visto nulla di simile. Veramente straconsigliato però da vedere al cinema ed in 3D. Cuaron si conferma cineasta di grande levatura. Anche il precedente I figli degli uomini mi era piaciuto moltissimo

Peasyfloyd (ha votato 9 questo film) alle 22:33 del 30 dicembre 2013 ha scritto:

una delle migliori cose viste quest'anno

Marco_Biasio (ha votato 7 questo film) alle 21:10 del 16 luglio 2014 ha scritto:

Mi spiace, ma per la trama, anche in esperienze visive come questa, ha un certo peso, specie se si vogliono scomodare strani paragoni con Kubrick (che visivamente, con i dovuti raffronti cronologici, è a questo livello, e in più ha una trama di complessità e profondità sconvolgenti). Ho letto da altre parti che per fare il film perfetto Cuaron avrebbe dovuto giocarsi la carta del muto: sono perfettamente d'accordo. I dialoghi sono a tratti veramente risibili, gli attori assolutamente nella norma, la trama passabile. Il 5 del film fa il paio con il 9 del meta-film.

Altair882 (ha votato 8 questo film) alle 18:52 del 11 giugno 2017 ha scritto:

Assolutamente spettacolare, bella la trama e la storia avvincente che ti tiene incollato davanti allo schermo.Da vedere!