Dark Shadows regia di Tim Burton
FantasyUn vampiro con un fascino irresistibile. Un' ingenua misteriosa che si sente attratta da lui. Una vecchia strega che vuole sedurlo ed averlo per l'eternità. Una famiglia strana in una vecchia tenuta decadente con segreti nascosti ovunque.
“Ti auguri sempre che il cinema sia una delle cose che possono restare. Essendo cresciuto con il cinema, a rischio di essere banale, per me ha sempre il suo fascino stare in una stanza buia e ascoltare e vedere qualcosa. Io spero sempre di trovare lì delle risposte e delle sicurezze.”
Tim Burton
Nessun personaggio nei film di Tim Burton muore mai veramente, nei suoi corti, da Frankweenie fino a Corpse Bride, il tema della morte non abbandona mai la diegesi, tanto da oltrepassare spesso la soglia del vivente, per narrare quello che accade nell’oltretomba. Dark Shadows è un interessante collage di stili, di generi, di epoche. Il film gioca proprio sulla temporalità, sulla lontananza tra il 1700 di Barnabas (Johnny Depp) e gli anni 60-70, epoca di grande rilevanza e di passaggio verso la post-modernità. Il vampiro a contatto con le nuove modalità di vita della società moderna cerca di integrarsi nella piccola comunità di CollinsPort. Dopo una serie di gag esilaranti alternate a momenti più “horror”, il film ci fa capire che è inutile cercare di trovare un genere di riferimento, anzi, grazie al montaggio, vero punto di forza di questo film, capiamo che lo scopo di Burton è narrare una storia non lineare, non convenzionale, al di fuori da ogni tipo di classicismo.
Il cast è veramente stellare e in particolare spiccano le interpretazioni di Johnny Depp pienamente a suo agio con il regista che l’ha portato alla ribalta e di Helena Bonham Carter che non abbandona il suo look stravagante e la sua propensione a fare ruoli particolari e borderline. Angelique (Eva Green) la strega malvagia, assume il ruolo di una bambola anche nel finale quando si sgretola come ceramica.
Il male tutto sommato non è fine a se stesso, ma dipende dalle circostanze. L’eccellente estetica visiva di Dark Shadows fa dimenticare i piccoli errori di registro nella sceneggiatura che qui e là si trovano, e sui quali una parte della critica ha fondato la sua stroncatura del film.
Un vampiro diverso da quelli di Twilight Saga e di Underworld , Barnabas è legato al passato e quindi proprio per questo è contaminato dalla visione classica della narrativa vampirica, combattendo contro una strega che lo vuole possedere completamente.
Le inquadrature prediligono prospettive insolite, spesso oblique, mentre la scenografia è sempre sui toni oscuri e spettrali che contraddistinguono tutta la filmografia del regista. Numerose sono le suggestioni cinematografiche e cinefile che divertono e fanno intuire tutta la capacità di Burton di giocare e di divertirsi con il proprio stile filmico e di riflettere con interesse sull’ immaginario sia contemporaneo, sia del 900. Sono presenti i temi cari al regista come l’emarginazione che nasce dal rapporto tra il freak e l’essere umano, la morte e la vita, la forza dell’ amore in entrambe le dimensioni.
Il rischio che corre questo film è quello di essere considerato poco più che un banale blockbuster anche perché è tratto da una serie televisiva di successo trasmessa alla fine degli anno 60. Sicuramente Dark Shadows aumenta le nostre aspettative per i prossimi lavori di Tim Burton, il primo dei quali sarà il remake di Frankweenie.
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