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7/10

Paura 3D regia di Manetti bros.

Horror
recensione di Alessio Colangelo

Tre ragazzi vengono in possesso delle chiavi della villa del Marchese Lanzi fuori Roma. C'è una sola cosa che non dovrebbero fare : scendere in cantina...

La rovina del cinema italiano sono proprio le fiction. Sono girati da registi che non fanno cinema e lo si capisce anche da come parlano e da come fanno le riprese.”  Dario Argento

Il cinema horror italiano pare ultimamente in forte crescita. Paura 3D dei fratelli Manetti ne è un caso emblematico. È girato con un piacevole 3D stereoscopico che perde un po’ nei veloci panning della videocamera, non riuscendo a catturare i precisi dettagli dei bordi degli oggetti. Tendo a precisare che il film è stato visionato con 3D XPAND a oscuramento alternato. A mio parere il sistema Xpand resta superiore ai concorrenti Disney e RealD pur rimanendo inferiore allo standard IMAX. Questo 3D si dimostra efficace e rende il film dei Manetti sicuramente più interessante.

Paura 3D è un film che trae direttamente ed esplicitamente ispirazione dai film di Mario Bava, Dario Argento, Lucio Fulci e altri. Nonostante questi nomi illustri  in realtà di paura non se ne respira molta,  piuttosto questo è un film che si presenta subito come un Rape&Revenge al contrario,  la vittima infatti, affetta da una particolare Sindrome di Stoccolma, si ribella ai suoi liberatori. Proprio come nei film di Fulci non manca inoltre una buona dose di erotismo e sangue che compongono la miscela esplosiva di questo film gore-exploitation.   

Peppe Servillo, seguendo l’esempio del suo bravissimo fratello, sceglie di dedicarsi anche a lui al cinema dopo esser stato cantante nel gruppo Avion Travel. Qui recita il ruolo del carnefice con grande verve e passione e dimostra di essere una nuova interessante scoperta nel panorama degli attori  italiani.

Una menzione particolare per  l’inizio del film caratterizzato da un montaggio sincopato delle vie di Roma in 3D che regala un senso di immersione nella storia non comune nei film italiani, segno anche questo che l’ispirazione a Fulci ha giovato. Una particolarità va segnalata anche per i titoli di testa, artistici e inquietanti che rievocano  forse le grandi pellicole horror anni ’80, con le loro litanie infantili come per esempio  in Phenomena o Suspiria.

Il grande pregio di questo film è di aver dimostrato che il cinema italiano non è solo commedia, ma è in grado di riportare in primo piano le grandi epoche d’oro della sua storia, tra le quali spicca il cinema horror.

La regia dei Manetti propone allo spettatore delle inquadrature suggestive, spesso sghembe, come quando i personaggi scendono le scale, o delle contre plongée schiaccianti che sistematizzano la condizione di oppressione che la casa del marchese crea ai suoi non invitati ospiti.

I contenuti sonori stigmatizzano i cliché del genere creando scricchiolii di porte, fruscii, passi e lo stesso fanno le immagini buie, notturne e inquietanti.

Un film per chi ha nostalgia dei bei tempi della vera Paura.

 

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 1 voto.
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FreakM 7/10

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