Una Notte Da Leoni 3 regia di Todd Phillips
CommediaIl branco dei leoni è di nuovo riunito. Senza un nuovo matrimonio o un addio al celibato all'orizzonte, tutto dovrebbe andare per il meglio; eppure quando Alan, Stu, Phil e Doug si ritrovano insieme ogni cosa diventa possibile e gli eventi scatenati difficilmente potranno arrestarsi...
“Quello che succede a Las Vegas resta a Las Vegas! ...a parte l'herpes, quello torna insieme a te.” The Hangover Parte I
Il terzo episodio della fortunata trilogia di Todd Phillips segna un ritorno alla location del primo film, Las Vegas, dove tutto ebbe inizio. Il primo episodio fu una vera rivelazione e una boccata d’aria fresca in quel genere che potremmo definire come restricted commedy, resa esilarante dalle gag senza sosta e dalla comicità pungente; nel secondo episodio la dislocazione dell’azione a Bangkok resse nelle sue componenti ironiche e politically scorrect sebbene segnò un leggero calo della qualità generale; il terzo capitolo riporta la comicità ai livelli del primo film aggiungendo però un po’ di azione alle vicende narrate. Senza passare per il rocambolesco risveglio che caratterizza la serie, qui ci troviamo in una caccia all’uomo Leslie Chow (Ken Jeong) da parte dei ragazzi del branco che devono consegnarlo al cattivo Marshall in cambio del loro amico Doug (Justin Bartha). Viene lasciato parecchio spazio ai personaggi di Chow e di Alan ( Zach Galfianakis), quest’ultimo si impone sulla scena con le sue martellanti ridicolaggini. Dal punto di vista della regia è tutto molto curato nei particolari: le inquadrature veloci vengono interrotte di tanto in tanto con qualche panorama distensivo, come vedute aeree di Las Vegas, Tijuana e del deserto americano che rendono il film piacevole; il montaggio non è troppo frenetico, ma calibrato con tempi variabili. Todd Phillips è un regista con buone capacità e sarebbe interessante vederlo all’ opera con qualcosa di più serio, magari partendo da un thriller o un buon action-movie. Le musiche curate da Christophe Beck alternano ritmi classici a canzoni pop e rock. La sceneggiatura procede senza intoppi spargendo battute e gag esilaranti qui e là nel film, tuttavia manca un vero e proprio momento comico da sbellicarsi dalle risate tanto più che le gag molto spesso sono cattive e le risate a denti stretti. L’elemento caratterizzante le tre pellicole è quello della serialità che dalla televisione sempre di più sta passando attraverso il cinema mainstream odierno , ma mentre in tv si riesce a sopperire alla logorroica ripetitività di situazioni e personaggi tipica del genere attraverso l’utilizzo di cliffhanger e avvenimenti improvvisi, purtroppo nel cinema seriale questo non sempre avviene. Da una parte lo spettatore di The Hangover, ormai entrato nel loop seriale semi-televisivo, vorrebbe che ci fosse un seguito alla storia, ma poi si accorge che il cinema obbedisce ad altre regole e che è meglio arrivare ad una conclusione troncante. È il caso di questa saga, in fondo è stata una simpatica trilogia che ha avuto il merito di divertire e far ridere. Il finale del film, dopo i titoli (per questo vi consiglio di rimanere in sala fino alla fine dei credits), ci regala una chicca veramente esilarante: il branco dopo un nuovo matrimonio (e indovinate a chi tocca stavolta) si risveglia in una suite d’albergo dove ovviamente è successo l’impossibile: come al solito è stata una vera Notte Da Leoni.
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