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8/10

Big Fish regia di Tim Burton

Drammatico
recensione di Cristina Coccia

Edward Bloom è una persona dotata di tale inventiva che spesso non si riesce a comprendere quali parti della sua storia siano reali e quali siano frutto della sua bizzarra fantasia. Così suo figlio Will, che non sopporta la mancanza di serietà del padre, decide di giungere alla verità, per tentare di recuperare il rapporto con lui, ormai vecchio e malato.

Ancora una volta Tim Burton riesce a creare una delicata fiaba ambientata in un universo di giganti, creature fantastiche, streghe e inventori di storie incredibili, mescolando una trama reale e un intreccio immaginario dove non si sa cosa sia vero e cosa non lo sia. “A furia di raccontare le sue storie, un uomo diventa quelle storie. Esse continuano a vivere dopo di lui, e così egli diventa immortale”: questa volta il geniale regista, creatore di Nightmare Before Christmas, sembra davvero esserne convinto e riesce a condurre lo spettatore, attraverso un incantevole viaggio attraverso la vita del protagonista, alla stessa convinzione, commuovendolo con una storia indimenticabile. Ogni episodio, da quello del gigantesco Karl o delle gemelle siamesi Ping e Jing a quello del licantropo Amos o della strana cittadina di Specter, è collocato in una cornice dipinta dalla creatività di Burton, un genio visionario capace di rendere fatato ogni particolare. Scenari circensi, laghi onirici, allegoriche moire con occhi di vetro e giardini tappezzati di asfodeli sono la prova tangibile di quanto questo regista completamente folle possa giocare con il cinema fino a condurci a comprendere il senso più intimo della fantasia e dell’immaginazione (intesa come evasione dal grigiore della realtà quotidiana). In quello che può considerarsi (e che tuttora resta) il film più maturo del regista gotico per eccellenza, il cast è spettacolare almeno quanto la scenografia o la bellissima colonna sonora composta dal fedelissimo Danny Elfman: Ewan McGregor e Albert Finney interpretano magnificamente il ruolo di Edward Bloom rispettivamente da giovane e da vecchio, affiancati da Alison Lohman e Jessica Lange nei panni di Sandra e da Helena Bonham Carter, Danny De Vito e Steve Buscemi in ruoli secondari. Big Fish è un viaggio nei sogni e nelle fantasie per arrivare ai luoghi più celati dell’anima, per comprendere cosa ci sia al di là delle creazioni della mente, dietro il bisogno di rendere immortale la propria esistenza. "Il più solido piacere di questa vita è il piacere vano delle illusioni” diceva Leopardi, dando un’efficace definizione del bisogno dell’uomo di circondarsi di sogni ed Edward Bloom, perfetto esempio di ingenuo sognatore, è il personaggio più autobiografico che Burton abbia mai creato: con lui e con i suoi racconti, uno dei migliori registi dei nostri tempi ha davvero conquistato una fetta di immortalità tra le stelle del cinema.

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Voto degli utenti: 7,5/10 in media su 15 voti.

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alejo90 (ha votato 7 questo film) alle 10:43 del 28 novembre 2011 ha scritto:

l'ultimo grande film di Burton (e uno dei suoi migliori in assoluto) prima delle prove più deludenti degli ultimi anni.

ROX (ha votato 5 questo film) alle 14:53 del 28 novembre 2011 ha scritto:

ma... a me ha lasciato un po' interdetto... troppo favoletta americana

Sydney (ha votato 10 questo film) alle 15:50 del 28 novembre 2011 ha scritto:

La summa del cinema di Burton. Il suo grande capolavoro.

ffhgui (ha votato 8 questo film) alle 17:23 del 18 marzo 2012 ha scritto:

Grandissimo finale, in generale davvero un bel film. Con Ed Wood e subito dopo Edward il miglior Burton.

loson79 (ha votato 5 questo film) alle 14:12 del 11 febbraio 2013 ha scritto:

Mediocre.

alexmn (ha votato 10 questo film) alle 15:33 del 11 febbraio 2013 ha scritto:

mediocre mi pare esagerato. a livello di narrazione, costruzione dei personaggi e capacità di coinvolgere lo spettatore è, IMHO, il miglior burton degli ultimi 10/15 anni e comunque tra i tre migliori di sempre. senza voler scomodare cine-dei ho sempre visto big fish come l'81/2 burtoniano, allo stesso una manifesto di poetica e un racconto sincero sul burton uomo di cinema ma non solo..ovviamente sincero sempre in relazione alla realtà raccontata a modo proprio

detto ciò, capisco che si possa pensare che non sia un capolavoro, però da questo alla mediocrità (con relativa insufficienza) ce ne passa

Fabrizia Malgieri alle 13:21 del 12 febbraio 2013 ha scritto:

Sottoscrivo ogni singola parola. Se di mediocrità dobbiamo parlare, allora citiamo film come "Alice in Wonderland" o "La fabbrica di cioccolato", ma non certamente una pellicola come "Big Fish". Un film che ruota attorno alla meraviglia dell'affabulazione, alla sottile linea di demarcazione che separa la realtà dall'immaginazione...e condivido il pensiero di chi lo cataloga tra i capolavori del cinema burtoniano. Ne facesse di film come una volta, il buon vecchio Tim!

loson79 (ha votato 5 questo film) alle 14:01 del 12 febbraio 2013 ha scritto:

"ho sempre visto big fish come l'81/2 burtoniano" ---> Io l'ho sempre considerato il suo Forrest Gump. Senza dubbio è un film peculiare all'interno della sua stessa filmografia, con quella scissione netta fra registri narrativi (da una parte il clima gelido del dramma familiare, dall'altra la vena immaginifica di un "auto-biopic" innervato di fantastico) che per il regista è abbastanza inconsueta e assai poco "burtoniana" (anzi, per me è proprio in prove come questa che Burton ha inteso avvicinarsi a una concezione di "autorialità" su misura per il grande pubblico: una veste che, a mio giudizio, non gli si addice affatto). Anche la storiella del giovanotto americano, sempliciotto ma di buon cuore, baciato dalla fortuna perchè dotato di fantasia e capace di "mitologizzare" la propria esistenza o inventarsela di sana pianta (si potrebbe quasi tracciare un parallelismo con un film altrimenti diversissimo come "Billy Liar"), l'ho sempre trovato stucchevole. Opinione mia, s'intende. Per me il testamento del Burton uomo di cinema resta "Ed Wood", purtroppo ancora oggi considerato dai molti come un episodio marginale della sua carriera.

alejo90 (ha votato 7 questo film) alle 14:47 del 12 febbraio 2013 ha scritto:

"Per me il testamento del Burton uomo di cinema resta "Ed Wood" Avevo capito che fosse Frankenweenie....

loson79 (ha votato 5 questo film) alle 15:02 del 12 febbraio 2013 ha scritto:

Nel senso che Ed Wood è la riflessione di Burton sul cinema e sul suo rapporto con questa arte. Spiega tutto quello che c'è da sapere sul Burton regista, sul suo entusiasmo inesauribile anche quando ci propina sonore cavolate, etc. L'Ed Wood interpretato da Depp è, IMHO, l'alter-ego più plausibile del Burton uomo di cinema, con la differenza che quest'ultimo sa effettivamente fare film.

alexmn (ha votato 10 questo film) alle 16:27 del 12 febbraio 2013 ha scritto:

poi ti dirò, non conoscendo burton personalmente la mia è soltanto una congettura però da un autore come lui (e considerando quello che è il suo cinema, con tutte le diversità del caso rispetto a questo film) mi è venuto quasi naturale pensare che big fish fosse un racconto di sè. di sicuro non il suo forrest gump perchè c'è molta più sincerità e molta meno pseudo-sincerità costruita ad arte da una sceneggiatura hollywoodiana doc..poi so' impressioni, perchè nessuno di noi è mai stato a cena con lui

ed wood è un grandissimo film, che non ho difficoltà ad inserire tra i suoi 3/4 migliori..mi piacque a tal punto da spingermi a recuperare la filmografia di ed wood! però non lo vedo come un 'testamento' credibile..alla fine burton è lontano dal personaggio interpretato da depp, non foss'altro perchè lui ha avuto un gran successo e non la nomea di peggior regista del mondo