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7/10

Frank regia di Lenny Abrahamson

Commedia
recensione di Robin Whalley

Jon (Domnhall Gleeson) è un aspirante musicista che vive in un'anonima periferia nord inglese. Un giorno incontra per caso i membri della band Soronprfbs, di cui diventa il tastierista.

Il leader della band si chiama Frank (Michael Fassbender) e indossa sempre, anche nella doccia, una grossa testa di cartapesta. Sarà l'inizio di una collaborazione travagliata che porterà il gruppo a registrare un album per un anno intero in mezzo alla natura e a guadagnarsi poco a poco un seguito di fedeli fan, ma soprattutto a scoprire chi è davvero l'uomo sotto la maschera.

Crea, sperimenta, sii originale, a tutti i costi.

E' questo il messaggio che anima Frank, il personaggio enigmatico interpretato da un ottimo come sempre Michael Fassbender. In una certa misura vale anche per Frank il film, che se non proprio originale si può definire perlomeno eccentrico.

Il nucleo della storia è molto semplice ma efficace, e riguarda essenzialmente la ricerca dell'equilibrio impossibile fra la creazione pura e senza limiti e la necessità di darsi delle regole, al fine di soddisfare la fetta di pubblico più larga possibile.

Nel caso di Frank si parla di creazione musicale, e ancora più nello specifico di produzione musicale indipendente, cosidetta indie, ed è proprio in queste scene che il film dà il meglio di sè. Alcune sequenze, specialmente un concerto iniziale e una session di registrazione in studio, traspirano davvero un desiderio infettivo di scoprire cose nuove e di combinarle nel modo più stravagante possibile. In tutto questo inoltre c'è un sottile ed interessante commento sull'attuale industria discografica, ossessionata da e basata sempre di più sulla creazione di un'immagine più che su quella della musica vera e propria.

Quando Frank esplora queste dinamiche, praticamente in tutta la parte centrale, è qualcosa di davvero intrigante. Per questo il regista Lenny Abrahamson deve ringraziare soprattutto le musiche di Stephen Rennicks, che funzionano davvero e rendono credibile il processo creativo, e perciò tutto il film. In particolare, la canzone finale è un vero gioiello che vi ricorderete ben dopo i titoli di coda.

Per quanto riguarda le relazioni fra i suoi personaggi, Frank si dimostra solido e senza compromessi, ma inevitabilmente anche meno interessante. Gli attori, in particolare Maggie Gyllenhall e Scoot McNairy oltre che naturalmente Fassbender, fanno tutti un buon se non ottimo lavoro su dei personaggi discreti e non molto complessi. Il protagonista Jon, intrepretato da Domnhall Gleeson, è alla fine il personaggio (principale) meno coinvolgente, una caratteristica voluta e appositamente pensata (basti pensare alla scena finale) ma che rischia più volte di appiattire il film stesso.

Frank è dunque un film che ha le idee chiare e che sa come comunicarle, qualità non affatto scontata, ma che osserva i suoi protagonisti con un occhio un po' distaccato, senza mai lasciarsi troppo coinvolgere dalla vena creativa della sua band.

Un po' un peccato, francamente.

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