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R Recensione

8/10

The Lego Movie regia di Phil Lord e Christopher Miller

Animazione
recensione di Robin Whalley

Nella città di Bricksburg, dove ogni persona e cosa è fatta con i mattoncini Lego, Emmet lavora ogni giorno come operaio edile per costruire e demolire palazzi. La sua vita fin troppo ordinaria prenderà una piega straordinaria quando egli incontrerà una ragazza, Wyldstyle, e scoprirà di essere stato indicato dal mago Vitruvius come "Lo Speciale", ovvero colui che potrà salvare il mondo dal malvagio Lord Business e dai suoi piani di distruzione, o meglio di solidificazione di massa. Sarà l'inizio di un'avventura che lo porterà agli estremi confini del mondo Lego, e anche oltre.

Everything is Awesome. Tutto è Meraviglioso.

Dopo un prologo introduttivo, a circa 5 minuti dall'inizio del film questo slogan ci viene presentato sotto forma di una breve canzone che gli abitanti di Bricksburg, la città dei Lego, cantano tutti insieme appassionatamente per celebrare il loro fantastico mondo, ricordandoci di tifare per la squadra sportiva locale, di ricambiare sempre un complimento e di bere il caffè sovrapprezzo a 37 dollari.

La si potrebbe vedere come una parodia delle moderne canzoni pop (anche perché continuerete a canticchiarla ben oltre i titoli di coda) se non addirittura della nostra società attuale, così caratterizzata dal consumismo e dalla pubblicità, su cui questo film ha più di una cosa da dire.

Ma, più semplicemente, questo slogan è un'ottima autodescrizione del film stesso. Perché tutto, in questo mondo fatto di mattoncini e figure così familiari, è davvero meraviglioso e stupendo, come se fosse pervaso da una sovrastante luce semi-divina (cosa che viene poi spiegata). Il livello dei dettagli è a dir poco stratosferico, contando che ogni singola cosa è davvero fatta con i mattoncini danesi, dalle macchine agli alberi, dalle fiamme all'acqua, eccetera. L'animazione, sebbene computerizzata, ha l'intento geniale e creativo di suggerire un effetto di stop-motion che risulta il più adatto al concetto stesso alla base dei Lego, ovvero quello di creare qualcosa assemblando una serie di pezzi più piccoli.

Insomma, ogni singolo elemento è pensato e, appunto, assemblato per ricreare al meglio l'esperienza di gioco con i Lego, il che potrebbe far pensare che tutto ciò si tratti, alla fine, di un lungo spot commerciale per lanciare una nuova linea di set e pezzi, aggiungendosi agli innumerevoli videogiochi e parchi giochi già esistenti.

In un certo senso lo è, ma non importa, perché la sensazione che si ha, fin dai primi attimi, è quella di assistere ad una storia divertente, piena di azione e soprattutto ben raccontata, che sprizza gioia ed energia da tutti i pori. La trama dell'uomo ordinario che diventa il prescelto per salvare il mondo non è certo nuova, ma altri temi che emergono fra le righe sono decisamente interessanti, in primo luogo quello del conflitto fra conformismo e anticonformismo, efficamente tradotto in linguaggio Lego in "seguire o non seguire le istruzioni".

La cosa però più riuscita, merito principale dei registi e sceneggiatori Phil Lord e Christopher Miller, è come viene gestita la moltitudine di personaggi che popolano questa storia, ognuno con i propri desideri e le proprie ansie. L'elenco è vasto: il protagonista Emmet (Chris Pratt), a cui è impossibile non affezionarsi, l'atletica Wyldstyle (Elizabeth Banks), il mago cieco Vitruvius (Morgan Freeman), l'irascibile Batman (Will Arnett), il poliziotto cattivo ma non troppo Bad Cop (Liam Neeson), l'unicorno buono ma non troppo Uni-Kitty (Alison Brie) e l'astronauta anni '80 Benny (Charlie Day), per non parlare di Superman, Abramo Lincoln, Gandalf, C3PO e molti altri. Will Ferrell impersona principalmente il super-cattivo Presidente Business, ma nell'ultima parte ha anche un ruolo che costringe a rileggere tutto sotto una prospettiva diversa.

E' in quest'ultima parte che The Lego Movie ha una svolta decisiva, dando la possibilità al film di aprire i propri orizzonti uscendo "dalla scatola", ma al contempo correndo il rischio di perdere un po' della sua originalità, dal momento che diventano chiari i riferimenti alla saga di Toy Story, e non sempre a proprio favore.

In ogni caso, The Lego Movie è un concentrato di freschezza e comicità che è sempre benvenuto nel cinema odierno, e rappresenta il primo vero esempio di film "per tutti" da molto tempo, che si tratti del bambino di 6 anni che non vede l'ora di aprire la prossima scatola al padre che lo ha portato al cinema e che, guardando questo film, sarà contento di tornare bambino, per un paio d'ore.

V Voti

Voto degli utenti: 8/10 in media su 1 voto.
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alexmn 8/10

C Commenti

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Alberto Longo alle 11:07 del 5 marzo 2014 ha scritto:

Anzitutto complimenti pe la recensione: centra il punto. Sono andato a vederlo ieri e a molti non è piaciuto. Autoironico, divertente e con una morale non originale incorporata che tuttavia lascia il segno. Consigliato, anche ai più scettici.

p.s.: la tecnica è un mix di CGI e StopMotion!

Robin Whalley, autore, alle 11:25 del 5 marzo 2014 ha scritto:

Ti ringrazio molto per i complimenti, io ho avuto anche la fortuna di poterlo vedere in lingua originale. Per quanto riguarda l'animazione, ti reindirizzo alla sezione "Trivia" di IMDb su cui mi sono basato, al quarto punto dice "The animation is entirely CGI. The creators deliberately tried to make the movie feel like stop-motion, and avoided making the computer-generated effects look too obvious. This was done to make the movie look like real Lego."

Tu dove hai trovato le informazioni riguardo alle tecniche di animazione?

Alberto Longo alle 11:52 del 5 marzo 2014 ha scritto:

Eh, ieri sono rimasto a domandarmelo per tutto il film... Ovviamente alcune parte in CGI, ma altre sembrano proprio in SM...qui, comunque http://stopmotionexplosion.com/blogs/blog/12044545-is-the-lego-movie-stop-motion-or-cgi

Robin Whalley, autore, alle 12:53 del 5 marzo 2014 ha scritto:

Molto interessante, grazie! Leggendolo non si può che pensare a quanto lavoro e tempo c'è dietro, pazzesco!

Alberto Longo alle 14:56 del 6 marzo 2014 ha scritto:

Per questo m'incazzo quando sento che il cinema d'animazione è "una roba per bambini"...