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9/10

Silmatera - La Principessa d'Egitto regia di Jan Forsstrom

Drammatico
recensione di Robin Whalley

Marja (Emmi Parviainen) è una giovane madre single, che vive in un anonimo sobborgo finlandese. Di notte lavora consegnando i giornali, di giorno si prende cura della piccola figlia Julia (Luna Leinonen Botero), riuscendo a recuperare a malapena il sonno. Trasferitasi da poco, conosce in breve tempo la vicina Karin (Ylva Ekblad), donna appena divorziata. Un giorno compare però quasi dal nulla Kamaran (Mazdak Nassir), un uomo d'affari curdo che è convinto di essere il padre di Julia. La sua insistita presenza renderà Marja sempre sospettosa e disposta a tutto, pur di proteggere la figlia.

 

Silmatera - La Principessa d'Egitto non convince del tutto, inizialmente.

Nell'odierna Finlandia, Marja è una giovane madre single che si è appena trasferita in un piccolo appartamento di periferia. Lavora precariamente durante la notte, mentre di giorno si intrattiene giocando con la sua unica figlia Julia, in procinto di cominciare la scuola. Il loro è un mondo di pace e armonia, presto turbato però dalle visite, sempre più frequenti e invadenti, di un uomo misterioso di origini turche, Kamaran, che ha avuto una passata relazione con Marja e, dato che "i suoi conti tornano", crede di essere il padre di Julia.

Questo sappiamo, presentatoci in un modo abbastanza confuso se non disorientante (un momento, in particolare, che si svolge la prima volta che vediamo Marja al lavoro è alquanto strano e fuori luogo), e francamente pare difficile costruirci qualcosa di veramente interessante. Ma è proprio questo che il film riesce a fare, con risultati sorprendenti.

Ciò che comincia opaco e oscuro, viene man mano rivelato ed esplorato in modo accattivante e per molti versi affascinante. Sistemate le pedine sulla scacchiera, il film prende piede e ci cattura nel suo gioco misterioso, mostrandoci un vortice di instabilità e di pazzia che costringe a porci delle domande difficili e in modo diretto, senza però darci risposte facili e superficiali. 

La costruzione narrativa è quindi efficace e nasconde bene le sue (poche) incongruenze, qualità che va certo attribuita alla solida carriera di sceneggiatore di Jan Forsstrom, qui alla sua prima volta dietro alla macchina da presa. Il risultato è tale che risulta difficile credere che si tratti davvero di un esordio.

Anche le musiche di Lau Nau, va notato, contribuiscono non poco alla creazione di un'atmosfera paranoica e tesa.

Ciò che è però forse più importante, e che resta ben dopo i titoli di coda, è l'impatto emotivo che il film riesce a raggiungere, per il quale Forsstrom deve ringraziare immensamente il suo ottimo cast. 

Grazie allo sviluppo di un rapporto complesso ma sempre genuino fra Marja e Julia, interpretate rispettivamente da Emmi Parviainen e dalla giovanissima Luna Leinonen Botero, le scene finali possiedono una forza straziante e devastante, rendendo il pubblico davvero partecipe ed emotivamente coinvolto. Anche i personaggi secondari sono ben delineati e a loro modo interessanti, in particolare la vicina Karin, interpretata da Ylva Eblad come una donna saggia ma in un certo senso frustrata (e con tanto di esplicito omaggio alla nostra Ornella Vanoni), e l'uomo d'affari curdo Kamaran, interpretato da Mazdak Nassir in modo autentico, specialmente in una scena di dialogo "intravisto" con la presunta figlia Julia che illustra perfettamente un tema, il rapporto mancato padre/figlio, diventato quasi un leitmotiv dei concorso della 32° Edizione del Bergamo Film Meeting, dove il film è stato presentato in anteprima nazionale.

Il focus narrativo è naturalmente su Marja e sui suoi sentimenti iper-protettivi nei confronti di Julia, ma stupisce quanto ogni singolo personaggio sembri dotato di una sua ambiguità intrinseca, come se ogni azione avesse sempre un secondo fine, prima nascosto e poi rivelato in modo prorompente. 

Silmatera - La Principessa d'Egitto crea perciò un mondo spietato e crudele, sia che si tratti di una società ingiusta che permette solo lavori precari e malpagati, oppure di una singola persona in preda alle proprie ansie e preoccupazioni e che, per risolverle, vede l'unica soluzione nel compiere atti estremi. Un mondo, a dire il vero, non molto lontano dal nostro.

Votato dal pubblico come vincitore del Primo Premio alla 32° Edizione del Bergamo Film Meeting, si spera vivamente che il film trovi presto una distribuzione adeguata, almeno a livello europeo.

 

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