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8/10

Il passato regia di Asghar Farhadi

Drammatico
recensione di Robin Whalley

Dopo quattro anni di separazione, Ahmad (Ali Mosaffa) torna a Parigi da Teheran, su richiesta di sua moglie Marie (Bérénice Bejo), per completare le procedure del divorzio. Nel corso del suo breve soggiorno Ahmad scoprirà il rapporto conflittuale fra Marie e sua figlia Lucie (Pauline Burlet) a causa della presenza in casa di Samir (Tahar Rahim), nuovo compagno di Marie, ma il suo arrivo scatenerà soprattutto una serie di rivelazioni sulle vicende passate di Samir.

A circa un terzo della durata de Il passato, il nuovo film di Asghar Farhadi, c'è una scena di divorzio. Siamo in un tribunale di Parigi e i due coniugi sono Ahmad, iraniano, e Marie, francese, e sono già separati da quattro anni. E' una situazione abbastanza simile a quella che apre Una Separazione, il precedente film di Farhadi, un capolavoro che ha avuto un ottimo successo un paio di anni fa e di cui ancora giustamente si parla.

Ma se quel film mostrava le conseguenze immediate di un divorzio, Il passato è un film che ne indaga invece le cause profonde, rimanendo decisamente fedele al suo titolo.

Il modo in cui lo fa è intelligente ed acuto, innanzitutto grazie ad un'ottima sceneggiatura, scritta dallo stesso Farhadi, che riesce a far scorrere fluidamente una storia lunga e complessa in poco più di due ore solo grazie i dialoghi e senza l'aiuto di alcuna colonna sonora, se non per la scena finale.

Le parole, sebbene eloquenti e rivelatrici, non avrebbero però lo stesso impatto senza la splendida recitazione di tutto il cast, a partire da un genuino Ali Mosaffa nel ruolo di Ahmad, una frustrata Bérénice Bejo nel ruolo di Marie (e vincitrice per questo film della Palma d'Oro alla Miglior Attrice al Festival di Cannes 2013), un tormentato Tahar Rahim nel ruolo di Samir ma anche e soprattutto, forse, di Pauline Burlet nel ruolo di Lucie e di  Elyes Aguis nel ruolo di Fouad, figlio di Samir, dei quali si ricordano chiaramente momenti di grande potenza emotiva.

In aggiunta la regia di Farhadi, combinata con la fotografia di Mahmoud Kalari, è molto efficace nel predisporre e sviluppare la narrazione in modo chiaro e vivido.

Tutti questi sono elementi che si possono dire in comune con Una Separazione, ma c'è un motivo di fondo per cui Il passato, a mio avviso, non ne raggiunge la grandezza.

Nonostante, infatti, anche qui il punto di vista dei bambini (Fouad e Lèa) e dei ragazzi (Lucie) rispetto agli eventi della storia sia molto importante, tuttavia non è, come invece era nel precedente film, quello principale. Qui Farhadi sceglie piuttosto un approccio più bilanciato, si potrebbe dire più adulto, che è sicuramente consapevole ma che in definitiva non risulta altrettanto efficace a quello di Una Separazione.

Il risultato è comunque un film solido, sempre coinvolgente e che nell'ultimo atto cerca di equilibrarsi, anche se un po' in ritardo e lasciando la vicenda non del tutto risolta.

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tramblogy alle 8:53 del primo novembre 2014 ha scritto:

Capolavoro , ultimi 30 secondi poesia pura , no Bergman.