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9/10

Il Presagio regia di Richard Donner

Horror
recensione di Gabriele Repaci

L’ambasciatore americano a Londra Richard Thorn (Gregory Peck) scoprirà che il figlio Damien (Harvey Stephens) adottato sei anni prima a Roma è in realtà l’Anticristo il figlio di Satana il cui avvento è profetizzato nell’Apocalisse.

Tratto dall’omonimo romanzo di David Seltzer, Il Presagio di Richard Donner riprende, sulla scia di film come Rosemary's Baby (1968) e L’esorcista (1973), il tema delle possessioni demoniache e del rapporto con il maligno che all’epoca andava molto di moda ad Hollywood. La ragione di una tale ossessiva insistenza su Satana può essere ricercata nella crisi che la società americana stava attraversando in quel periodo.  Il ’68 e la contestazione studentesca erano i sintomi di un paese che andava cambiando e i cui valori tradizionali erano entrati irrimediabilmente in crisi. Molti videro in questo un segno della fine dei tempi del fatto cioè che l’Apocalisse profetizzata nei Vangeli si stava avvicinando. Con il senno di poi possiamo dire che si trattava di sciocchezze tuttavia allora tali tesi sembravano molto suggestive.

Consci di ciò i produttori fecero di tutto per alimentare l’aura di malvagità e terrore che circondava la pellicola sfruttando alcuni strani episodi che si verificarono durante la lavorazione del film. Infatti sia l’aereo di David Seltzer che quello di Gregory Peck vennero danneggiati da un fulmine ed entrambi sopravvissero per miracolo. Come se ciò non bastasse l’hotel in cui soggiornava il regista Richard Donner subì un attentato da parte dell’IRA, mentre il tecnico degli effetti speciali John Richardson che si trovava in Belgio per le riprese di Quell'ultimo ponte  (1977) ebbe un incidente in macchina nel quale la fidanzata che era con lui morì decapitata. Pare che quando dopo essersi ripreso scoprì che la ragazza era morta vide la scritta Liège 66,6 km.

Il film inoltre mette in luce in maniera molto intelligente l’importanza che il denaro ed il potere da esso derivante ha assunto al giorno d’oggi. Come spiega all’ambasciatore Thorn Padre Brennan, interpretato dall’attore Patrick Troughton «quando [l’Anticristo NdR] sarà sicuro di ereditare tutto ciò che lei ha allora signor Thorne ucciderà anche lei e con la sua ricchezza e il suo potere egli fonderà il suo regno impostore qui in Terra ricevendo potenza direttamente da Satana». Se infatti il figlio del Demonio dovesse nascere oggi lo farebbe in una famiglia ricca possibilmente con agganci politici perchè solo così potrebbe puntare al dominio del mondo.

Nonostante un inizio abbastanza lento la storia assume in seguito un ritmo decisamente più serrato in un crescendo di tensione che non può non coinvolgere lo spettatore. Non si tratta di horror macabro o sanguinolento. Il successo della pellicola si basa infatti sull’angoscia e sull’inquietudine provocate  in chi guarda piuttosto che su scene gore e splatter del resto sempre mai amate dal regista.

Oltre ad aver riscosso una notevole cifra di incassi al botteghino (fece 60.000.000 di dollari solo negli USA) il film ricevette numerosi riconoscimenti: un Premio Oscar per la miglior colonna sonora a Jerry Goldsmith, un Golden Globe per il miglior attore debuttante ad Harvey Stephens e un Premio BAFTA per la miglior attrice protagonista a Billie Whitelaw.

In virtù del successo ottenuto vennero girati due sequel La maledizione di Damien (1978) con protagonista William Holden e Conflitto finale (1981) nel quale l’Anticristo ormai divenuto adulto viene interpretato da Sam Neill noto ai più per pellicole come Caccia a Ottobre Rosso (1990), Jurassick Park (1993) e Il seme della follia (1995).

Nel 2006 è stato prodotto un remake sul quale è meglio stendere un pietoso velo.

Il Presagio rimane dunque un classico del cinema dell’orrore che pur senza gli effetti speciali de L’Esorcista riesce comunque a incutere ancora paura a quasi quarant’anni di distanza.

 

 

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