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8/10

2 Nights Till Morning regia di Mikko Kuparinen

Romantico
recensione di Marta Terzi

Durante un viaggio di lavoro a Vilnius, Caroline, un architetto francese, conosce Jaakko, un DJ finlandese. Quello che sembra un incontro occasionale diventa qualcosa di più profondo, quando una nube di cenere, dovuta ad un'eruzione vulcanica, blocca tutti i voli in partenza. E così Jaakko e Caroline si incontrano di nuovo. Le 24 ore che passano insieme potrebbero cambiare, per sempre, le vita di entrambi.

2 Nights Till Morning è il secondo lungometraggio per il giovane Mikko Kuparinen, vincitore al Word Film Festival a Montrèal nel 2015, e come vuole sottolineare il regista parte da una riflessione sulla possibilità di conoscere qualcuno quando si viaggia all'estero. Questo film racconta dunque di un incontro tra due esistenze solitarie, due sconosciuti che sembrano vivere agli antipodi del loro modo di essere, ma che sono molto più simili di quanto vogliono ammettere. Un incontro che sembra uno sbaglio dettato dall'alcool e che si trasforma in una necessità del conoscere, attraverso l'altro, la verità dentro se stessi. Ma chi è "l'altro"? Qui parliamo di Caroline, un architetto francese, che tradisce da tempo la fidanzata Celine, con cui, ormai, non si trova più bene, e di Jaakko, un giovane dj finlandese in tour mondiale. Caroline e Jaakko si conoscono e si capiscono al volo senza il bisogno di parlare la stessa lingua; si guardano, si scrutano e si scoprono, cercando nell'altro un significato a quell'incontro. Forse si amano per una notte, ma soprattutto si cambiano fin nel profondo, aiutandosi a prendere quelle decisioni o a provare quelle emozioni che rifiutavano da tempo. Ed ecco due mondi che per quanto provino a respingersi non riescono a fare a meno l'uno dell'altro, due mondi che si allontanano, litigano eppure si rincontrano sempre. Una storia ben scritta quella di Kuparinen, che è anche sceneggiatore, che riesce a raccontare una riflessione, mantenendosi realistico anche nel finale. Lo spettatore è subito portato ad affezionarsi ai personaggi, capisce, forse prima di loro, che quell'incontro lo aspettavano da tanto tempo. Si sviluppa una relazione basata sull'empatia, tra il pubblico e i due sconosciuti; un'empatia che ci tiene con fiato sospeso fino all'ultimo minuto, sorprendendoci continuamente e svelandoci sempre di più dei protagonisti; arrivando a chiederci per quanto la corda si potrà tirare senza spezzarla. E quando si spezza, ci accorgiamo che altrimenti non poteva essere. Ci sono storie romantiche che si limitano allo schermo, altre, invece, escono di prepotenza e chiedono allo spettatore di unirsi ad esse, quasi formando un mènage a trois. Chiedono a noi, che guardiamo, di essere, si voyeuristi, ma anche figure agenti e di completare quei dialoghi con le parole che i protagonisti non si possono dire. 2 Nights Till Morning è una storia del secondo tipo per la straordinaria capacità di farti stare dentro al racconto, quasi potendo deciderne il finale. Ma ad essere piacevole di questo film non è solo la storia, ma anche l'ambiente che interagisce coi personaggi in una forte antitesi; dice Jaakko, in una delle ultime scene, che le camere d'albergo non conservano nulla dei loro visitatori: finito il pernottamento tornano come nuove; dice Caroline, invece, che gli aeroporti sono i luoghi dell'attesa, ma è un'attesa di circostanza che presuppone un andarsene senza lasciare traccia. E i nostri personaggi sono, all'inizio del film, come questi luoghi: Jaakko non riesce ad essere segnato dalle persone che incontra e Caroline non riesce a legarsi a niente essendo sempre in fuga. Poi si incontrano, si cambiano e non sono più nè aeroporti, nè camere d'albergo, ma una città straniera in cui perdersi e ritrovarsi.

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