Le Invasioni Barbariche regia di Denys Arcand
DrammaticoIl capofamiglia Remy è colpito da una malattia terminale. I figli che vivono all'estero rientrano in Canada o si mettono in contatto con lui. Attorno a lui l'interesse dei propri familiari ed amici che cercano di rendergli la malattia più sopportabile con la loro presenza, tuttavia anche in forme poco ortodosse e discutibili....
Un film (a mio modo di vedere) sopravvalutato per la dozzinalità e la mancanza di tatto nei confronti di temi importanti per la vita contemporanea. Certo il regista ha dato delle risposte che non condivido, mostrandoci una società canadese allo sbando il cui ultimo approdo è il consumo libero di eroina e la dolce morte. Che allegria… Forse che l’approvazione comune (democrazia) può trasformare ciò che è barbaro (eutanasia) per l’uomo in moralmente accettabile e in umanamente e razionalmente degno .
Non si tratta piuttosto di una mancanza di responsabilità di chi sta vicino al malato che preferisce non accompagnarlo nella sofferenza, ma piuttosto “lavarsene le mani” per togliersi un problema? Ma a parte questo è la superficialità con la quale il regista procede portando tutta una serie di motivazioni laiche trite e ritrite che vogliono convincere lo spettatore non dotato di spirito critico che è giusto comportarsi così, anzi è più umano. Talvolta appare nel film il pensiero della controparte ma ciò avviene in modo caricaturale se non addirittura irrispettoso (penso al riferimento al film su S. Maria Goretti).
C’è un sarcasmo di fondo nei confronti del cattolicesimo e della Chiesa, sarcasmo che alimenta una polemica sterile e mette in ridicolo perfino i sacramenti. La sinistra radical chic non aspettava altro che un film del genere per diffondere il proprio credo alle masse. Si capisce il premio Oscar come miglior film straniero, un premio che certo non è stato assegnato per meriti tecnici, visto che la pellicola seppur con qualche trovata formale come l’iniziale camera a mano in semisoggettiva o le frequenti dissolvenze in nero che creano cesure nel tessuto narrativo, non ci offre grandi innovazioni, pur risultando equilibrata e senza sbavature.
Certo alcuni spunti potrebbero essere encomiabili come la critica verso il sistema sanitario pubblico canadese, ma risulta d’altra parte incomprensibile perché nel film tutto debba essere ridotto a moneta, ossia perché tutti possano essere comprati dal protagonista al fine di realizzare i propri obiettivi. Dove finiscono la morale o anche il semplice senso comune in un film del genere. Nel complesso si tratta di una provocazione e come tale deve essere considerata, anche laddove il regista Arcand ci parla degli Stati Uniti come di un impero assimilabile all’impero romano colpito da nuovi barbari che cercano di scardinare la società occidentale (da qui il titolo Le invasioni barbariche).
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