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R Recensione

4/10

Ho Voglia Di Te regia di Luis Prieto

Commedia
recensione di Francesco Carabelli

Stefano, Step torna dall'America dopo due anni di soggiorno a New York. Ritrova gli amici di sempre ma fa anche nuove conoscenze, tra queste una ragazza di nome Ginevra. Inizia con lei una relazione, ma nel suo cuore rimane il ricordo del suo precedente amore Babi. L'amore per Ginevra risulta infastidito da questo ricordo che si materializza anche in carne in ossa e che lo tenta. Tutto sembra andare a rotoli ma.. alla fine nonostante il tradimento i due si riappacificano...

Product placament, questa è la parola che emerge con forza dalla visione di questo brutto film. Product placament dei prodotti che sponsorizza e della saga di Moccia. Un film banale che guarda poco alla forma, ma non ha neanche sostanza, per non parlare degli attori . Forse l’unica a salvarsi forse è la Chiatti, ma Scamarcio assume la medesima espressione in ogni situazione, sia che lo lasci la propria donna, sia che gli muoia la madre. Per non parlare di quando si concede alle donne dove mette in mostra il meglio di sé. Veramente non c’è limite al peggio.

Anche le scene di sesso (la “piccola morte” di baziniana memoria) sono gratuite e non lasciano niente all’immaginazione, rendendo ancora più banale la pellicola che si regge su una storia dove la casualità è di casa: per caso aspetto un tizio per tre anni perché follemente innamorata e poi non si sa come vengo a sapere che è tornato e gli dò la caccia per attirarne l’attenzione e ci finisco a cena (tanto lui non si ricorda di conoscermi), per caso le stesse quattro persone si incontrano in una città di due milioni di abitanti come se questa ne avesse cento, per caso cerco una persona per la stessa città grande decine di km quadrati e la trovo senza conoscerne le abitudini di spostamento…sarà un caso, ma talvolta la finzione  supera la realtà.

Per non parlare di una fotografia da fotoromanzo dove tutto è lindo e perfetto ma senz’anima, quasi da cartolina. La costruzione dell’intreccio poi non lascia spazio ad un po’ di brio è una storia trita e ritrita: lui lei e l’altra, dove il sale manca e mancano quelle invenzioni di sceneggiatura e di regia che renderebbero la pellicola più appetibile. Ma cosa ci si può aspettare da un film per adolescenti, nient’altro che sesso a go go e falsi problemi esistenziali del tipo: lui mi tradisce ma io lo amo e non voglio perderlo, ma lui non perde un’occasione per tornare dalla sua ex; cosa faccio? Lo lascio? No meglio farsi desiderare…

Alla fine il classico happy ending di stampo hollywoodiano che non ci stupisce ma che ci lascia indifferenti, come indifferente ci ha lasciato tutta la pellicola, alla ricerca di una magnificenza  che ci è parsa solo spreco, che fa contento il produttore ma annoia il cinefilo per l’inconsistenza dietro la facciata, quasi che l’intervento di un chirurgo plastico potesse ridare veramente bellezza a chi non la possiede.  

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