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9/10

Gli effetti dei raggi gamma sui fiori di Matilda regia di Paul Newman

Drammatico
recensione di Francesco Carabelli

In una piccola cittadina americana Betty vive con le figlie alla ricerca di un cambiamento che possa assicurare loro una vita migliore...

Nonostante le difficoltà la famiglia non smette di credere nella bontà del mondo e nel valore della vita.

 

Il Paul Newman che non ti aspetti questo della pellicola in oggetto, una delle poche firmate come regista, ma che rimangono significative nella carriera dell’attore statunitense. America anni ’70 Beatrice, rimasta priva del marito deve allevare da sola le due figlie Ruth e Matilda, in mezzo alle difficoltà di ogni giorno: la scuola delle ragazze, la casa, la penuria costante di soldi per intraprendere un’attività in proprio che sia più redditizia rispetto all’attività di hospice verso gli anziani che funge da unica fonte di reddito per il nucleo familiare. Ma questa povertà è fatta di dignità, seppure nella disperazione della solitudine e nella mancanza di comprensione con i parenti del marito e con il mondo. Betty è una donna che si è vista negare la realizzazione economica, ma che non ha rinunciato alla propria dignità di madre, orgogliosa delle proprie figlie.

Il nome della pellicola è dovuto agli esperimenti che la piccola Matilda compie su dei semi di margherita sottoposti a radiazioni. Matilda è appassionata di esperimenti scientifici e questa passione la porta a imporsi all’attenzione dell’istituto che la premia per questa attività scientifica.

Vi è in nuce in questi esperimenti una riflessione sulla civiltà atomica, su quanto l’energia atomica sia di aiuto all’uomo e possa creare anche il bello se usata nella maniera corretta, ma altresì sia capace di morte laddove usata senza raziocinio.

Il film girato negli anni ’70 ci dice di un periodo storico in cui la guerra atomica era argomento di discussione quotidiano. Molto toccanti le riflessioni della piccola Matilda laddove presenta il suo esperimento davanti all’uditorio che la premia e, alla fine del film, dove parla dei suo esperimenti come fonte di riflessione sul mondo, sul sole sulle stelle, e motivo di ringraziamento a Dio per quanto fatto per gli uomini: alla fine nonostante tutte le difficoltà della vita Matilda è pronta ad affermare “ non odio il mondo, mamma”. In questo senso il film si fa strumento di comprensione del mondo, di una certa epoca e ne vede i lati positivi nonostante la minaccia costante rappresentata dell’energia atomica. Il film ci dà in questo senso uno spaccato dell’America della middle-low class negli anni ’60-70 che nonostante le preoccupazioni e i limiti che le ristrette condizioni economiche impongono alla libertà, tuttavia non smette di vivere il sogno americano e di sperare in una vita migliore per il futuro.

La regia essenziale, mai sopra le righe, può contare sulle rilevanti capacità attoriali della moglie di Newman, Joanne Woodward, che riesce a tratteggiare con veridicità il proprio personaggio.

La pellicola è stata recentemente riportata alla ribalta in occasione del festival di Cannes 2008 dove la sua proiezione ha trovato consensi entusiasti e ha ricordato al mondo il Newman regista.  

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