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7/10

Roxanne regia di Valentin Hotea

Commedia
recensione di Alessandro Laganà & Robin Whalley

Bucarest, 2009. Venticinque anni dopo la rivoluzione rumena, Tavi Ionescu, trentacinquenne affabile ma ancora piuttosto immaturo per la sua età, chiede l’accesso al dossier redatto a suo carico dalla Polizia Segreta rumena, la Securitate, ai tempi del regime di Ceausescu. Dalle carte, scopre che potrebbe essere il padre di un figlio che non sapeva di avere. Tavi inizia così una sua indagine privata, vittima di un passato complicato che si ripresenta ora con spiacevoli verità nascoste, rischiando di mettere a repentaglio la sua vita e quella delle persone a lui care. 

 Il primo film concorso di questa 32° edizione del Bergamo Film Meeting è Roxanne, opera prima di Valentin Hotea, regista rumeno all’esordio sul grande schermo dopo una lunga serie di cortometraggi e gavetta nelle serie tv nazionali.

La storia è quella di Tavi Ionescu, un normalissimo quarantenne di Bucarest, ancora non troppo maturo, che recuperando i suoi vecchi dossier della Polizia Segreta nazionale risalenti agli anni ’80, durante la dittatura di Ceausescu, scopre che potrebbe essere padre dell’ormai ventenne figlio della ragazza del liceo, Roxanne, ora moglie di un altro vecchio amico, Sandu, che nel frattempo ha cresciuto il ragazzo convinto di esserne il vero genitore.

Barcamenandosi tra una relazione stabile ma non troppo soddisfacente con Oana e una madre in stadio avanzato di Alzheimer l’uomo decide di andare in fondo alla faccenda, cercando di creare un rapporto con il figlio inconsapevole, in una disperata ricerca del tempo perduto.

Il film, che inizia sulle promettenti note dell’omonima canzone dei Police, è gradevole e piano piano il regista offre vari pezzi del puzzle senza preoccuparsi però di farlo sempre in modo credibile, perdendosi un po’ nei momenti chiave, soprattutto in un finale in stile un po’ troppo soap-opera, colpa forse dei retaggi televisivi di Hotea.

In ogni caso, il rapporto al centro del film è sincero e il regista (e co-sceneggiatore) riesce a mantenerlo sempre a fuoco. Il cast è di ottimo livello e anche la fotografia e il montaggio sono efficaci.

Si tratta di un esordio molto promettente, sia per il regista, da seguire in attesa di nuovi lavori, sia per la rassegna cinematografica che senz’altro inizia bene questa edizione.

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