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4/10

Suicide Squad regia di David Ayer

Azione
recensione di Alessandro Giovannini

Dopo la morte di Superman, il governo americano, tramite un ente segreto presieduto da Amanda Waller, dà vita al progetto Task Force X, l'istituzione di una forza speciale costituita da supercriminali, da utilizzare in missioni ad alto rischio con la promessa di sconti di pena in caso di successo. Potrà mai avere delle falle un piano tanto geniale?

Poteva essere, oscuro, torbido, disturbante, caustico, svitato, polemico, dissacrante, grottesco. Invece è riuscito ad essere scialbo, piatto, noioso, prolisso, prevedibile, scontato, inutile. Suicide Squad ha tanti problemi, ma uno di fondo: il trattare i villain come degli eroi, il nauseante buonismo con cui si inquadrano i cattivoni protagonisti come dei disadattati, suggerendo che in fondo sono quel che sono perchè la vita è stata dura con loro, e poverini loro e brutta e cattiva Amanda Waller e il governo che li sfrutta per il proprio tornaconto. Purtroppo la sceneggiatura è il tallone d'Achille dell'operazione, e qui David Ayer si becca tutta la colpa: aver gettato alle ortiche un materiale di partenza così potente (il primo blockbuster sui supercattivi) rimarrà una macchia indelebile nella sua carriera. Possono averci messo lo zampino i produttori, sempre in cerca di quell'equilibrio perfetto - ovvero: appianare ogni eccesso - per renderlo digeribile ad ogni fetta di pubblico e quindi fare i big money? Possibile, ma il nome sullo script resta quello di Ayer e in mancanza di prove è con lui che bisogna prendersela. La triste verità è che il film trasuda buonismo da ogni poro, e questo rimane a mio parere il fallimento più clamoroso dell'operazione. Non valeva la pena a questo punto fare un film sulla Justice League? Ah già, uscirà l'anno prossimo...

Non solo i protagonisti sono stati quasi del tutto svuotati di malvagità, ma nulla è stato aggiunto in cambio, l'operazione è stata semplicemente a perdere. Così le due ore di spettacolo si sostanziano in una noiosa passerella degli eroi (li chiamo così perchè tali sono, di fatto, nel film) che camminano, rigorosamente tutti assieme, per strade distrutte alla ricerca del nemico finale (che non spoilero, ma non rovino la festa a nessuno dicendo che ha l'inflazionato obbiettivo di distruggere l'umanità e governare il mondo). Ad un certo punto c'è un po' di malumore nel gruppo: basterà una scena di profondo scavo psicologico (ovvero una bevuta al bar) per ritrovare quella sintonia in verità mai esistita prima e picchiare ancora più duro. Purtroppo la scrittura del film è davvero a questi livelli, e non aiuta il carisma non pervenuto di buona parte dei personaggi: Harley Quinn è senz'altro il personaggio più riuscito, nel suo essere sexy e squinternata, una combinazione vincente agli occhi del pubblico maschile. Purtroppo il suo partner, il Joker di Jared Leto, svanisce semplicemente di fronte ai suoi illustri predecessori di Burton-iana e Nolan-iana memoria. C'è anche da dire che lo spazio a lui riservato nella pellicola è miserrimo, perciò Leto non poteva fare granchè. Il Joker di questo film è un qualunque gangster violento dal look quantomai eccentrico, e purtroppo non c'è altro da dire su di lui. Se non la sensazione curiosa che ho provato, ovvero che le sue scene abbiano subito robuste scorciate in fase di montaggio: non mi stupirei se ce ne venissero "regalate" altre in una esclusiva versione integrale home video. L'unico altro componente della squadra degno di un qualche interesse è Deadshot, cui Will Smith riesce con un po' di mestiere a infondere una qualche sfumatura di tormento interiore, sempre in termini molto puliti e corretti (ovvero senza che ciò  emozioni o coinvolga minimamente). Per quanto riguarda Killer Croc, Boomerang, Slipknot e El Diablo, se la telecamera non li inquadrasse ogni tanto ci si scorderebbe presto della loro esistenza, come sembra aver fatto lo sceneggiatore/regista.

Fra siparietti che non fanno ridere, scene d'azione ben fatte ma mai memorabili e musiche piacevolmente ruffiane (ma usare Bohemian Rhapsody o Fortunate Son non è una genialata, è un tentativo disperato di far presa sull'orecchio del pubblico con motivi ormai facenti parte della coscienza collettiva), l'unica cosa veramente degna di visione di questo film è il suo trailer: quello davvero merita un premio, e una visione.

V Voti

Voto degli utenti: 4,5/10 in media su 4 voti.
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Slask 4/10
B-B-B 4/10

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