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6/10

THE STAG - Se sopravvivo mi sposo regia di John Butler

Commedia
recensione di Fabio Secchi Frau

   Fionnan è in procinto di sposarsi e la cosa non potrebbe farlo più felice ma, su insistenza della futura sposa, è costretto ad accettare una festa al celibato che gli viene organizzata dal suo migliore amico. Scartando a priori una celebrazione testosteronica fatta di strippers e alcol, loro e un piccolo gruppo di amici decidono di optare per un po’ di trekking… Peccato che siano costretti a invitare anche l’odioso fratello della sposa, il famigerato “The Machine”, che trasformerà quella che doveva essere una tranquilla gita in un incubo che li metterà a nudo: letteralmente.

   L’esordio cinematografico del regista irlandese John Butler, che ha firmato questa pellicola con Peter McDonald alla sceneggiatura, è una comune commedia maschile intrisa di cameratismo. Cameratismo che viene fuori man mano che i protagonisti camminano per raggiungere la meta, ma cammineranno anche dentro loro stessi, dentro il loro senso di amicizia e forse sposando anche un nuovo lato del loro carattere che li renderà più attivi, più autentici e fermandosi, di tanto in tanto, a ri-conoscere chi in realtà siano.

  Non solo un modo di fare trekking, dunque, ma un vero e proprio viaggio all’interno di loro stessi.

  La struttura della trama è stata già usata in decine di altre pellicole dello stesso genere, perché si sa che le emozioni viaggiano quando viaggiano anche i corpi. La sceneggiatura, quindi, si scrive da sola. Prendi un gruppo di persone diverse fra loro che si piacciono e poi, inseriscici dentro un elemento forzatamente diverso che crea scompiglio (e quindi anche la risata). In men che non si dica, proprio quel personaggio che tutti amano odiare, li attirerà diventando il fenomeno del momento. Qui e lì, qualche barlume di interesse ma, è più forte l’odio per l’irritante The Machine.

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