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8/10

Alla ricerca di Nemo regia di Andrew Stanton, Lee Unkrich

Animazione
recensione di Alessandro Giovannini

Due pesci pagliaccio, Marlin e Coral, sono in felice attesa della schiusa delle loro uova. Purtroppo un barracuda uccide Coral e divora gran parte delle uova. Marlin, solo e disperato, si accorge che un uovo è rimasto intatto, così lo accudisce giurando di prendersene la massima cura. Anni dopo Nemo (questo il nome del pesciolino superstite) deve fare i conti con un padre iper-protettivo che non gli lascia fare niente. Durante il primo giorno di scuola, una lite fra i due porta Nemo ad allontanarsi, e ad essere catturato dalle maglie di una rete da pesca, per poi esser trascinato via da una barca. Disperato, Marlin si lancia alla sua ricerca, avendo come unico indizio una maschera da sub caduta dalla barca, recante un indirizzo di Sydney, Australia.

I film di ambientazione subacquea sono difficili da realizzare. I film di animazione di ambientazione subacquea sono molto difficili da realizzare. Come si sa l'acqua è uno degli elementi più difficili da emulare artificialmente, sia dal punto di vista del disegno che della CGI: i riverberi della luce, il moto ondoso, la fisica realistica sono tutti elementi che costituiscono una sfida notevole per i disegnatori/programmatori. La Disney era riuscita, con La Sirenetta, a dar vita ad un mondo fantastico credibile ambientato negli abissi marini. A parte questo nessun altro cartone si era mai cimentato in una fatica simile, almeno nessuno degno di nota. Ci ha pensato la Pixar ad affrontare questo arduo terreno di prova, con un risultato straordinario: un ambiente sottomarino realistico e lievemente surreale allo stesso tempo (abbastanza da renderlo adatto ad ambientarci un'avventura con animali parlanti dai sentimenti umani, almeno), coloratissimo ed ispirato in quanto a design (barriere coralline, relitti, colonie di meduse, correnti sottomarine...), lambendo, nelle poche parentesi fuor d'acqua, la soglia del fotorealismo nelle panoramiche cittadine. Un lavoro eccezionale che giustifica il secondo maggior incasso della storia dell'animazione fino a quel momento (867 milioni di dollari, dietro ai 950 de Il Re Leone). Anche dal punto di vista della sceneggiatura i colpi di genio non mancano (l'esilarante trovata dello squalo che tenta di sopprimere la propria natura carnivora; le vicissitudini di Nemo in cerca di una via d'uscita, idea che deriva addirittura dall'infanzia del regista Andrew Stanton, che fantasticava sull'acquario dello studio del suo dentista), ed il registro in bilico fra comico e drammatico assicura una varietà sempre presente.

A livello tematico il film pone insolitamente la questione del rapporto generazionale declinato nei postumi di un'esperienza traumatica, con un'inedita prospettiva psicanalitica (per quanto basilare): il personaggio di Marlin ha un passato che lo perseguita e ne condiziona le azioni ed il carattere, molto più profondamente rispetto a numerosi film d'animazione precedenti, di Pixar e Disney (è inoltre l'unico film di queste due case ad iniziare con una strage in cui muoiono molti personaggi). Insomma dietro alla facciata di pellicola di intrattenimento puro si cela uno studio più accurato e profondo del solito sulla psiche dei personaggi, sul tema del dolore e della sua rielaborazione, oltre che ai consueti contenuti Disney-ani di amicizia, altruismo, coraggio, responsabilità e maturazione.

Uno dei migliori risultati dell'animazione dello scorso decennio.

Perde qualcosa solo in rapporto ai successivi film Pixar, sempre più sofisticati ed interessanti da ogni punto di vista.

Ben fatto!

Ripubblicato in tempi recenti in versione 3D.

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Voto degli utenti: 8,6/10 in media su 5 voti.

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