V Video

R Recensione

9/10

L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford regia di Andrew Dominik

Western
recensione di Davide Di Legge

1881, Jesse James è ricercato e non si fida più della sua banda di criminali. Essa accoglie il giovane diciannovenne Robert Ford, cresciuto nel mito assoluto di Jesse. E' la fine della parabola criminale del più famoso bandito del west.

Andrew Dominik, neozelandese, esordisce nel 2000 con il film Chopper, sorta di "biografia" sul criminale australiano Brandon Read. A ben sette anni di distanza giunge il secondo lavoro di Dominik, dal chilometrico titolo L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford. Il regista rimane nell'ambiente della "criminalità" e questa volta incentra il suo sguardo su una delle icone della storia americana. Jesse James non è stato soltanto uno dei più famosi rapinatori degli Stati Uniti, ma è diventato un simbolo di ribellione per il sud sconfitto nella Guerra di Secessione. Lui che prima di diventare tristemente famoso per assalti a treni, banche e diligenze ha prestato la sua mira all'esercito confederato.

Il film può essere considerato un tentativo biografico di restituire l'ultimo periodo della vita di Jesse: dopo una rapina ad un treno nel 1881, Jesse decide che è arrivato il momento di farsi da parte. Troppi rischi, la sua banda è tallonata dai Pinkertons. Dominik porta in scena proprio il periodo che segue l'ultimo assalto e soprattutto il rapporto controverso che si instaura tra il grande bandito James e il suo nuovo amico/emulatore Robert Ford. Quest'ultimo (interpretato da un magistrale Casey Affleck) è cresciuto nel mito di James e riuscire a diventare parte della sua banda era il suo sogno fin da ragazzino.

L'opera di Andrew Dominik è un film che si riposiziona sulla scia dei grandi maestri che hanno reso grande il genere western negli anni '40, '50 e '60. La pellicola si prende tutti i suoi tempi (il film sfiora le tre ore) e non è mai tentata di accellerare verso la pura spettacolarizzazione. La sceneggiatura, sempre opera di Dominik, è un lento incedere di dialoghi che scavano nelle paure, nelle ossessioni e nei dubbi dei singoli componenti della banda criminale. Spesso si ha l'impressione di seguire un gangster/giallo in cui i vari personaggi cercano di scoprire le intenzioni degli altri dietro ogni singola frase. E' come essere di fronte allo sfaldarsi definitivo di una banda di gangster che nel momento di difficoltà inizia a cercare il nemico al proprio interno.

A Dominik non interessa cantare le gesta di Jesse James e tranne nella sequenza iniziale lo spettatore non lo vede mai all'opera nelle azioni che lo hanno reso famoso. Il film è in un certo senso anti-spettacolare: le criptiche parole dei protagonisti sono alternate a sequenze che si rifanno all'esteticità poetica di un regista come Terrence Malick e sia la voce fuori campo, sia lo straordinario lavoro alla fotografia di Roger Deakins, riescono a donare al film un realismo "basico" che trasporta lo spettatore direttamente negli anni '80 del 1800.

Brad Pitt da voce e corpo al Jesse James più intimista e crepuscolare che si sia mai visto sul grande schermo e insieme a Affleck e Sam Rockwell (nei panni di Charlie Ford) sfodera una prestazione da ricordare. Gli attori hanno la forza di plasmare degli uomini che nell'intento del regista devono mostrare la loro materialità. Anche il grande Jesse, vero e proprio eroe per buona parte del popolo americano, "è soltanto un uomo" come dice Bob Ford e Dominik sembra voler strappare l'aura di sacralità, di mito, che ha avvolto questi nomi nel lungo corso della storia americana. Le paure e le debolezze umane sono comuni anche a chi è rimasto iscritto nei libri di storia. Robert Ford è intimamente timoroso e vorrebbe essere Jesse James, vorrebbe la sua popolarità, il suo alone di mistero e leggenda. Così la frase di Jesse "tu vuoi essere come me o vuoi essere me?" incornicia tutto ciò che il film vuole far trasparire: lo spirito di emulazione, la voglia di diventare qualcuno, il desiderio di essere ricordato oltre la propria codardia. "Mi aspettavo applausi. Non mi applaudirono."

L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford sancisce la fine di un'epoca. Dominik chiude i battenti del passato e porta sullo schermo la fine dell'epopea di Jesse James. Nella dipartita del duo che caratterizza il film c'è la chiosa del west, le sue figure che lasciano questo mondo senza celebrazioni di gloria. Tutti sono uomini e tutti possiedono debolezze che i libri di storia non potranno mai raccontare. Dominik in questo film lo marchia a fuoco con uno stile da regista vero, recuperando un cinema antico, capace di scavare nel profondo e di lasciare impresse lezioni di poeticità estremamente rare nel panorama contemporaneo.

V Voti

Voto degli utenti: 8,7/10 in media su 3 voti.
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
alexmn 8/10

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.