R Recensione

7/10

Franny regia di Andrew Renzi

Drammatico
recensione di A. Graziosi

Richard Gere è Franny, un affascinante milionario che nasconde un segreto che non ha mai rivelato a nessuno. Non lavora e ha trovato nella beneficienza la sua unica ragione di vita. Quando dopo tanti anni incontra Olivia (Dakota Fanning), la figlia dei suoi più cari amici, sposata e in procinto di diventare madre, Franny non riesce a fare a meno di "aiutarla". Offre così a Olivia e suo marito incredibili opportunità , cercando allo tempo stesso però di gestire la loro vita in modo sempre più invadente, fino a che il suo segreto riemergerà  dal passato con conseguenze inimmaginabili...

Si può invecchiare senza crescere e maturare? E soprattutto si può cambiare direzione alla propria vita ciò nonostante? Il giovane regista e sceneggiatore Andrew Renzi, all'esordio nel lungometraggio di finzione, si pone questo interrogativo con una film e una storia sentiti e personali ma al tempo stesso universali nei sentimenti tirati in ballo, il tutto con un carismatico attore d'eccezione, Richard Gere, che ha ancora una volta si è felicemente concesso al cinema indie. Parlando però di indie americano, c'è da precisare che con Franny non siamo di fronte alla consueta formula di categoria “piccole cose un po' freak”: pur rientrando nel genere per quanto riguarda budget e apparato produttivo, il film è volutamente più classico nell'approccio, per recitazione, ambientazioni, struttura e atmosfera.

Non per questo però si trasforma in un qualcosa di visto o stanco, ma al contrario acquisisce una sorta di familiarità, di genuinità, come se fosse una storia più vera perché priva di trucchetti alla moda e basata sulla forza dei personaggi e delle situazioni.

Tutto gira intorno all'omonimo personaggio del titolo animato da Richard Gere e al triangolo potenzialmente morboso che si va creando con la giovane coppia di neosposati Olivia e Luke, in attesa di un figlio e appena trasferitisi nella città del fraterno amore, Philadelphia. Qui abita, presumibilmente da sempre, Franny, vecchio amico di famiglia e generosissimo filantropo ed esponente dell'alta società. L'uomo sembra essere perfetto, gentile, affascinante e trainante nella sua voglia di mettere a posto le cose, ma piano piano sembra avere diversi lati misteriosi nella sua personalità e storia, gli uni anche opposti agli altri. Franny infatti sembra avere lo status di ricco per antonomasia, sembra possedere tutto quello che si possa umanamente comprare e desiderare, ma non ha un lavoro vero e proprio... Cosa farà in tutto quel tempo in cui non si prodiga nell' “aiutare gli altri”? Come bisognerebbe rapportarsi con qualcuno che ti regala beni essenziali per la qualità della tua vita ma allo stesso tempo c'è il pericolo che interferisca troppo con il tuo privato?

Franny nel rispondere cerca l'equilibrio tra commedia, dramma (perché grava una pesante e tragica perdita in un passato non troppo remoto) e storia di formazione, alias il genere “coming of age”: uno spunto interessante, sviluppato e messo in scena in modo bilanciato e con stile.

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