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R Recensione

8/10

Ratatouille regia di Brad Bird, Jan Pinkava

Animazione
recensione di Alessandro Giovannini

Remy, topolino di campagna appassionato di cucina, sogna di diventare un grande chef come Gusteau, uno dei cuochi più rinomati di Parigi, autore di un famoso libro di ricette. Per una serie di eventi Remy finisce per essere separato dalla sua comunità e finisce solo e sperduto proprio nella capitale francese. Qui si reca al ristorante dell'ormai defunto Gusteau. Qui aiuterà un giovane ed impacciato neo-assunto, Alfredo Linguini, ad imparare i segreti della gastronomia, tramite la preparazione di una superba zuppa. Il ristorante riacquista fama grazie al piatto suddetto, tanto che si vocifera che il noto critico gastronomico Anton Ego stia per mettere alla prova il ristorante. Una serie di imprevisti renderà la situazione sempre più ingestibile per Remy e Alfredo, mentre la data del fatidico esame si avvicina sempre più...

Una prima bozza di storia era stata scritta da Jan Pinkava, regista originariamente contattato per il progetto, nel 2001. Ma i risultati non furono all'altezza delle aspettative, così la Pixar decise di chiamare ancora una volta Brad Bird alla regia, ancora fresco del successo de Gli Incredibili - Una normale famiglia di supereroi.

Con molti anni di preparazione, specie in materia gastronomica, Ratatouille è una commedia garbata incentrata sulla buona tavola, di cui è diventato celebre il monologo finale del critico Ego, che qualunque critico professionista (in qualunque ambito) dovrebbe tenere sempre a mente: "Per molti versi la professione del critico è facile. Rischiamo molto poco pur approfittando del grande potere che abbiamo su coloro che sottopongono il proprio lavoro al nostro giudizio. Prosperiamo grazie alle recensioni negative che sono uno spasso da scrivere e da leggere. Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che, nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale.".

Il terzo punto è quello più classicamente Pixar-iano e Disney-ano, collegato a concetti quali la volontà di auto-affermazione e la maturità, intesa sia come crescita esteriore che interiore. Qui i personaggi in crescita sono due però, e doppio è il protagonista: Remy e Alfredo sono due controparti dai simili problemi, sebbene declinati in due mondi diversi, umano ed animale (con il secondo però estremamente simile al primo in quanto a dinamiche comportamentali). In effetti la storia di Alfredo forse non aveva bisogno di quella di Remy per essere raccontata, e viceversa. Ma il film è anche incentrato sull'amicizia, sulla forza che si trae dall'unione e dalla collaborazione, senza contare che lo strano connubio è il motore per molte gag divertenti. I personaggi sono abbastanza vari da non risultare stereotipati, e l'ambientazione non risulta noiosa sebbene sia limitata ad un numero contenuto di ambienti. La Pixar ottiene un altro successo, sfruttando quello che è sempre stato il suo punto di forza: la prospettiva dal basso, stavolta dal punto di vista dei topi (frequenti le soggettive di Remy), capace di mostrarci il mondo in modo inedito.

Bell'accompagnamento musicale di Michael Giacchino, di consueto alto livello il reparto grafico.

Un bel film che ha la sfortuna di venire subito prima di un capolavoro assoluto che lo adombra un po'.

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