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8/10

What Richard Did regia di Lenny Abrahamson

Drammatico
recensione di Alessandro Giovannini

Un gruppo di amici irlandesi diciottenni o giù di lì, fra di essi Richard (Jack Reynor), atletico giocatore di rugby e la sua vita normale fra amicizie ed amori. Un sera, uno screzio con un altro ragazzo porta ad una colluttazione. Il giorno dopo, Richard e i suoi amici apprendono dai notiziari una terribile verità. La vita del ragazzo, dei suoi amici e della sua famiglia cambia per sempre.

Un film sull'assunzione di responsabilità, e sulla solitudine che l'uomo vive quando deve affrontare autonomamente decisioni cruciali per la propria esistenza. Un film importante, rigoroso, bilanciato giustamente fra compartecipazione e sguardo distaccato. Una fotografia netta e limpida, una camera spesso fissa e dai movimenti sull'asse. Una regia discreta che lascia spazio agli attori. Un montaggio invisibile per far spazio alla storia.

What Richard Did affronta un tema di centrale importanza (è in fondo una variazione drammatica sul tema del racconto di fomazione) realizzato da un regista alla sua opera terza, ma con una lunga esperiena di corti. Con una scrittura sapiente dei personaggi crea drammi umani credibili, non esagerando nella forza espressiva delle emozioni ma anzi spesso giocando un po' di sottrazione, con un effetto ben più realistico di molti melodrammi; in questo senso una menzione speciale va alla notevole interpretazione di Lars Mikkelsen nel ruolo del padre del ragazzo: i due sono protaonisti d una scena particolarmente commovente.

Lo spettatore è portato a provare pena per il protagonista, ma come lo stesso protagonista anche lo spettatore sa quale sia la cosa giusta da fare; il dubbio morale, il principio etico è ciò che interessa il regista, assieme all'analisi di come la vita umana possa cambiare da un giorno all'altro in modo sconvolgente.

 

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