R Recensione

4/10

A Dragon Arrives! regia di Mani Haghighi

Thriller
recensione di Enrico Cehovin

Iran, 1965. Tre uomini a indagano sul suicidio di un prigioniero politico impiccatosi nel relitto di una nave in mezzo al deserto.

La ricerca di una misteriosa registrazione di un regista scomparso si divide su due piani temporali, una parte di pura fiction ambientata in Iran nel 1965, a cavallo tra noir e road movie dove a cercare il reperto sono un detective, un fonico e un geologo a bordo di una Chevrolet Impala gialla, e una seconda in mockumentary ambientata ai giorni nostri dove a essere cercati sono proprio i 3 protagonisti della prima parte. I due filoni si intrecciano tentando di creare una dialogo fra le due parti, una commistione e scontro di generi che dovrebbe interessare e stimolare lo spettatore, invece si rivela essere solo confusionaria e inconcludente, perfino fastidiosa. Il suo difetto principale è la mancata capacità del regista di riuscire a raccontare una storia che proceda per immagini, difetto ancora più imperdonabile quando al centro dell'azione c'è un MacGuffin molto forte e si sta tentando di fare un road movie noir-pulp. Infatti tutte le informazioni ci vengono date non da elementi che ci vengono mostrati, bensì dalle parole, ora sottoforma di dialogo ora attraverso la voce narrante, riducendo tutta l'esperienza a una prova d'ascolto (o di lettura dei sottotitoli). Le inquadratue forzatamente suggestive falliscono quindi sia nell'intento di dare un valore aggiunto al girato sia nel narrare visivamente la storia che si limita ad essere spiegata con le parole mentre le immagini scorrono gratuitamente senza stimolare un vero interesse. A questo si unisce una colonna sonora aggressiva e invadente che spesso e volentieri viene inserita a sproposito affossando sia le sparatorie più dinamiche sia quell'esile tentativo di creare scene madri, su tutte la confessione del fonico, già di per sé momento di totale incoerenza narrativa con il reato del film, dove la musica al pianoforte di sottofondo che dovrebbe accompagnare l'intensità della prova attoriale finisce per coprirne la voce e disintegrare il tutto. Presentato in concorso al 66° festival di Berlino, mescolando cinema di genere, finto documentario e diversi piani narrativi, accompagnato da una recitazione scadente e spesso monocorde, A Dragon Arrives! altro non è che un pessimo tentativo confusionario, confuso e inconcludente di fare cinema post-moderno.

V Voti

Nessuno ha ancora votato questo film. Fallo tu per primo!

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.