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3/10

Il terrore sorge dalla tomba regia di Carlos Aured

Horror
recensione di Fabio Secchi Frau

  Nella Francia medievale, uno stregone viene decapitato e sua moglie viene torturata e condannata a morte. Molti secoli dopo, i discendenti di coloro che li uccisero rinvengono la testa mozzata del negromante, ma non sanno che questo lo riporterà in vita in cerca di vendetta...

  Ispirato alle vicende di Gilles de Rais (nobile e condottiero francese, compagno d’armi di Giovanna d’Arco nella Guerra dei Cent’anni, che venne accusato di stregoneria e d’infanticidio) e diretto dal regista padre del fantaterror ispanico, Carlos Aured, Il terrore sorge dalla tomba narra la storia dell’aristocratico satanista Alarico de Marnac che, condannato a morte assieme alla moglie da altri nobili, ritorna dall’Inferno per vendicarsi dei discendenti dei suoi carnefici.

  Con un budget risicato, che sullo schermo sembra il doppio, si imbastisce una sgrammaticata pellicola horror alla Hammer, che abbonda per turpi erotismi, nudità e scene gore spinti e assolutamente gratuiti.

  Seppur di valore storico (questo titolo che è il capostipite del sottogenere suddetto del “fantaterror”, vale a dire di una tipologie di pellicole di matrice puramente iberica che mischiavano temi fantasy a storie dell’orrore) e coadiuvato da un cast prettamente femminile (Emma Cohen, Helga Liné, Cristina Suriani e Maria José Cantudo) che girava intorno all’attore Paul Naschy (qui anche scadente sceneggiatore che agisce sotto il nome di Jacinto Molina), il film è quantomeno imbarazzante per via del pessimo script, scarabocchiato senza ritmo e proponendo colpi di scena e soluzioni sprovviste di una degna spiegazione da dare allo spettatore.

  Non giova il montaggio grossolano di Javier Morán. Eppure, grazie alla fotografia di Manuel Merino e alle trovate di Aured, Il terrore sorge dalla tomba rimane comunque avvolto in un inquietante e convincente climax.

 Di grande rilievo è la colonna sonora, composta principalmente da organi e scritta da uno dei massimi esponenti della musica spagnola del XX secolo, Carmelo A. Bernaola.

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