To the wonder regia di Terrence Malick
DrammaticoL'amore di un uomo e una donna, le riflessioni di lei, la distanza di lui, i dubbi di un prete che mette in discussione la propria fede. Malick racconta le difficoltà dell'amore attraverso un film ai limiti dell'estetismo e dell'anti-narratività .
Terrence Malick continua sulla strada intrapresa con The Tree of Life Palma d'oro a Cannes nel 2011- e realizza To The Wonder, in concorso per il Leone d'Oro a Venezia 69. Regista interessante sotto diversi aspetti, tra i suoi film più importanti ricordiamo anche La sottile linea rossa e The New World, in cui già si può rintracciare quella sorta di ricerca estetica che poi prenderà il sopravvento in The Tree of Life appunto. Uno stile caratterizzato da un contatto sempre attivo con la natura e con la riflessione filosofica, data dalla presenza costante della voce over. Con il film del 2011 Malick aveva stupito la critica con un film anticonvenzionale che emozionava per la capacità di raccontare l'amore puro, la Grazia e la forza della natura. Il regista statunitense ci riprova, ma questa volta fallisce. Marina (Olga Kurylenko), la protagonista, è una giovane ragazza madre innamorata di Neil (Ben Affleck). Dopo l'idillio iniziale a Parigi i due si trasferiscono negli Stati Uniti, dove la loro storia entra in crisi. Neil sembra non ricambiare l'immenso amore di Marina. Alla storia della coppia è affiancata quella di un prete (Xavier Bardem) afflitto dai dubbi, in continua ricerca di un segno dell'amore di Dio. Vi è quindi un legame tra Marina e il prete: entrambe ricercano un qualcosa di impalpabile, che non riescono a raggiungere, l'amore dell'uomo che ama la prima e la fede incondizionata il secondo. L'interesse di Malick non è di certo quello di costruire una storia con una trama precisa, con personaggi definiti caratterialmente, ma l'antinarratività del film, in questo caso è davvero eccessiva. Marina è una donna senza alcuna personalità, che sembra trascorra la sua giornata danzando. L'elemento che fa collassare il film, tuttavia, non è la mancanza di una sinossi ma un altro: la sceneggiatura presenta un testo (raccontato dalla voce over) e dei dialoghi (pochissimi) di basso spessore emotivo. Malick filosofeggia e tenta di spiegare l'Amore come in The Tree of Life, ma in To the Wonder non arriva allo spettatore, non riesce a coinvolgerlo. Per oltre un'ora e mezza ci troviamo di fronte a suggestive immagini che scorrono veloci sullo schermo. Le inquadrature, infatti, durano pochissimo e il montaggio è in perfetta discordanza con il lento scorrere degli avvenimenti. Unico elemento a favore di questo film, a cui va riconosciuta una buona riuscita dal punto di vista tecnico, in particolar modo della fotografia. Ma questo era prevedibile da un regista come Malick. Purtroppo questa volta le inquadrature studiate dettagliatamente non bastano ad emozionare e a farci riflettere sui grandi misteri della vita, ma si riducono a puro estetismo e a noi comuni mortali sembra solo di vedere un gran bel documentario.
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