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8/10

Pinocchio regia di Enzo D'Alò

Animazione
recensione di Marta Satta

La famosa fiaba di Collodi rivisitata da uno dei più grandi maestri dell'animazione italiana, con una nuova veste grafica accompagnata dalle musiche di Lucio Dalla.

Chi non conosce la fiaba di Collodi Le avventure di Pinocchio? Enzo d'Alò, uno dei massimi esponenti del cinema d'animazione europeo, ce la ri-propone nel lungometraggio animato che apre la sezione Giornate degli Autori alla 69° edizione del Festival veneziano. L'autore ha esordito alla regia nel 1996 con il cartone animato La Freccia Azzurra e nel 1998 firma il suo più famoso lavoro La Gabbianella e il Gatto, tratto dal romanzo di Sepulveda. L'autore napoletano si mette alla prova con un classico della tradizione italiana e lo reinventa, anche con l'aiuto del disegnatore e fumettista Lorenzo Mattoti che ha realizzato i personaggi e le ambientazioni e di Umberto Marino, che ha collaborato nella stesura della sceneggiatura. Un lavoro lungo, durato oltre quattro anni che ha portato alla creazione di un opera pura e affascinante. Il mondo creato da D'Alò e Mattoti è un luogo pieno di colore e disegni dalla linea semplice capaci di attirare subito l'attenzione dello spettatore, ma allo stesso tempo è evidente il grande lavoro di ricerca e sperimentazione che c'è stato dietro al film. Impossibile, inoltre, non notare i riferimenti allo stile di De Chirico per la realizzazioni di alcuni ambienti e personaggi. La storia si rifà  a quella classica di Collodi, tuttavia, non mancano i riferimenti alla contemporaneità  essendo il film incentrato in modo particolare sui sentimenti tra il padre e il figlio. Geppetto non vuole solo un figlio, vuole un figlio che possa un giorno essere fiero di ciò che è diventato e rivede nel burattino ciò che lui è stato in passato e, allo stesso tempo, le sue aspettative ormai perdute. I sentimenti dei personaggi sono accompagnati e messi in evidenza dalle straordinarie musiche di Lucio Dalla, che realizza una colonna sonora elaborata, mai banale, ma capace di adattarsi perfettamente a ogni situazione, spaziando da un genere musicale all'altro, dall'hip hop al charleston, passando per la musica popolare. Il cartone animato di D'Alò non è un semplice film per bambini bensì un vero e proprio lungometraggio sperimentale capace di appassionare anche gli adulti.

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Voto degli utenti: 6,5/10 in media su 2 voti.
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Alberto Longo alle 21:49 del 8 settembre 2012 ha scritto:

Ero venuto a contatto col mondo color pastello e poetico di Enzo d'Alò quando ero piccolo e ancora adesso, guardando la clip e leggendo la tua recensione, c'è sempre quella spensieratezza che ti coinvolge. D'Alò è la dimotrazione che anche in Italia sappiamo fare non solo animazione, ma anche arte con la speranza che questo genere, l'Animazione, possa venir considerato di più che "robetta per bambini".

Se ero un po' titubante per l'ormai stranota favola di Collodi, mi hai convinto ad andarlo a vedere.

Brava.

Martlina, autore, (ha votato 8 questo film) alle 12:46 del 18 settembre 2012 ha scritto:

Ti ringrazio!

HypnoDisk (ha votato 5 questo film) alle 20:05 del 5 marzo 2013 ha scritto:

Mi spiace non essere d'accordo, ma questo film è un tentativo mal riuscito di trasporre fedelmente la fiaba di Collodi, nulla a che vedere con "Un burattino di nome Pinocchio" (1972) film d'animazione di Giulio Cenci, che certo nemmeno quello era privo di lacune, ma decisamente soddisfacente, nonchè la versione più fedele al libro.

Questo invece lascia molto a desiderare. Una grafica a mio avviso irritante, personaggi trasposti in una modalità poco convincente, i soliti non-doppiatori che aggravano i film d'animazione (vedasi Paolo Ruffini su Lucignolo che distrugge il personaggio su due piedi). Per il resto il film si prende delle strane libertà che ahimè non hanno certo migliorato la trasposizione. Non mancano comunque buoni spunti, parti tutto sommato riuscite, e qualche buona gag. Voto 5

PS: Quattro anni di lavoro per questo? Sigh...

Alberto Longo alle 0:00 del 6 marzo 2013 ha scritto:

Incuriosito: ho apprezzato le opere di D'Alò. Spero di controbattere!