67ª Berlinale
Dopo i grandi fasti delle due anni passati la 67ª Berlinale sembra essere un'edizione sottotono.
Ad aprire le danze e il concorso sarà Django, opera prima di Etienne Comar basata sulla vita del chitarrista Django Reinhardt.
Sempre in concorso i titoli più attesi sono sicuramente The Other Side Of Hope di Aki Kaurismäki, secondo capitolo dopo Miracolo a Le Havre della "trilogia portuale", The Dinner di Oren Moverman, adattamento dell'omonimo romanzo olandese già trasposto sullo schermo nel 2014 da Ivano De Matteo in I nostri ragazzi, A Fantastic Woman di Sebastián Lelio il cui film precedente, Gloria, aveva valso alla protagonista Paulina García il premio come miglior attrice alla 63ª Berlinale e Ana, mon amour di Călin Peter Netzer, il regista rumeno che proprio alla 63ª Berlinale aveva vinto l'Orso d'Oro con Il caso Kerenes.
A presdiere la giuria il regista olandese Paul Verhoeven fresco della vittora del Golden Globe al miglior film in lingua straniera per Elle, accompagnato da Olafur Eliasson, Dora Bouchoucha, Fourati, Maggie Gyllenhaal, Julia Jentsch, Diego Luna e Wang Quan'an.
Curioso il fuori concorso della selezione ufficiale che affianca la commedia violenta e sopra le righe El Bar di Alex de la Iglesia, il nuovo capitolo del mondo cinematografico degli X-Men Logan di James Mangold, l'atteso sequel di Trainspotting sempre di Danny Boyle T2 Trainspotting, il nuovo film da regista di Stanley Tucci Final Portrait con Geoffrey Rush, Viceroy's House della regista di Sognando Beckham Gurinder Chadha e The Midwife di Martin Provost.
Sicuramente da segnalare nei Special Gala The Lost City Of Z di James Grey con Charlie Hunnam e Robert Pattinson, già presentato su suolo a stelle e strisce come film di chiusura allo scorso New York Film Festival.
Nella sezione Panorama troviamo invece Luca Guadagnino con Call Me By Your Name, già presentato con successo al Sundance Film Festival appena conclusosi, l'iconico Bruce LaBruce con The Misandrists e, nella sottosezione Dokumente, il documentario di Raoul Peck narrato da Samuel L. Jackson I Am Not Your Negro, attualmente fra i cinque candidati all'Oscar.
Il rammarico più grande, dopo numerose false speranze, è senza dubbio l'assenza di Song To Song di Terrence Malick che debutterà invece il 10 marzo al South By Southwest.
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