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6/10

The Reluctant Fundamentalist regia di Mira Nair

Drammatico
recensione di Marta Satta

Changez è  un giovane pakistano che vive in America, costretto a mettere in discussione il suo "sogno americano" dopo l'attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001.

Nel settembre 2001 Mira Nair vinceva il Leone d'Oro a Venezia. Due giorni dopo, l'11 settembre, ci fu l'attacco alle Torri Gemelle di New York. La pluripremiata regista indiana (il suo primo lungometraggio Salaam Bombay! del 1991 vince a Cannes la camera d'oro e il premio del pubblico e riceve una nomination all'Oscar) torna, dopo aver partecipato con un corto al film collettivo 11 Settembre 2001, a parlare del tragico evento nel film d'apertura della 69° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

Presentato al Lido fuori concorso, il film è tratto dal bestseller di Hamid Mohsin, Il fondamentalista riluttante e racconta la storia e il cambiamento di vita di Changez, il protagonista a cui fa riferimento il titolo, dopo l'11 settembre. Changez ( Riz Ahmed) è un ragazzo pakistano che vive negli Usa da quando ha 18 anni, laureato a pieni voti e proiettato verso una brillante carriera ai vertici di Wall Street, guidato dal suo mentore Jim (Kiefer Sutherland).

Intento a realizzare il proprio "sogno americano" dopo l'attentato alle Torri Gemelle vedrà  crollare tutte le proprie certezze. Il disprezzo verso il proprio mondo lavorativo lo porterà  ad abbandonare l'America e a tornare nel proprio paese d'origine per lavorare come professore all'università , deciso a "capire se esiste un sogno pakistano" che non sia solo vendetta contro il nemico occidentale.

La Nair ci racconta il Pakistan di Changez attraverso una lunga intervista che un giornalista americano (Liev Schreiber) fa al giovane professore, mettendo proprio in risalto il parallelismo fra i due personaggi: Bobby, il giornalista è un americano che da sette anni vive in Pakistan così come Changez era un pakistano che per molto tempo ha vissuto negli Stati Uniti, entrambe vittime di pregiudizi e dei fondamentalismi. Due mondi lontani, quelli di Changez e Bobby, ma che in realtà  non sono poi così diversi. Il giornalista americano con le sue tante domande è alla ricerca della verità  su Changez, ma come lo stesso protagonista afferma "alcune verità  ci mettono un po' a emergere".

Ed è proprio questa verità  che in parte manca al film della Nair, la regista ci mostra si una grande abilità  tecnica ma rimane a galla, non arriva in fondo alla verità , non approfondisce i sentimenti provati di fronte a un episodio come quello dell'11 settembre che ha scosso il mondo intero. La Nair pecca proprio in questo, ricrea splendide inquadrature con una fotografia ben curata ( di Declan Quinn), ci fa emozionare (o tenta di farlo) con una storia d'amore tra Changez e Erica (Kate Hudson), ragazza americana dal triste passato sentimentale, trascurando il vero fulcro della vicenda. La figura del protagonista, che decide di non prendere posizione tra le due estremità , rimanendo legato a entrambe le culture porta alla costruzione di una morale giusta ma anche fortemente buonista, che rischia di diventare banale.

La kermesse veneziana si apre, quindi, con un film impegnato e tecnicamente ben realizzato che presenta, però, alcuni punti interessanti ma lasciati in sospeso.

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