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9/10

La leggenda nera del Riccardo III di Shakespeare regia di Rupert Goold

Drama
recensione di Leda Mariani

Per ottenere la corona, Riccardo (fratello di re Edoardo IV), è disposto a tutto. Descritto come uomo crudele, deforme, dotato di una mente perversa e di una sete di potere sfrenata, alla morte del re il tremendo personaggio di Shakespeare assume il ruolo di reggente, in attesa che il legittimo successore raggiunga la maggiore età. Ma per conservare il potere, ai primi crimini se ne devono sommare altri. Finché proprio chi li ha compiuti non ne diventa la vittima… La tragedia, incentrata su questa potentissima figura di eroe negativo, è uno dei capolavori teatrali di tutti i tempi e ha dato vita alla “leggenda nera” che circonda la figura del sovrano inglese esasperando, molto probabilmente, la stessa realtà storica. Così nell’opera di Shakespeare Riccardo III diventa l’emblema stesso della malvagità, dell’egocentrismo e della brama di potere, inducendo gli spettatori a confrontarsi con temi come l’immoralità, la violenza e la crudeltà.

Già solo il trailer di questo spettacolo “fatto film”, restando quasi imbambolata davanti alla voce ipnotica di Ralph Fiennes, mi aveva assolutamente catturata, e la pièce teatrale, durante quasi quattro ore volate via come se fossero dieci minuti, non è stata certo da meno.

Dopo il successo di critica e di pubblico della stagione teatrale della Kenneth Branagh Theatre Company, è arrivato nei cinema italiani, purtroppo solo il 6 e 7 febbraio, per il circuito distributivo Nexo Digital, Riccardo III , ripreso all’Almeida Theatre di Londra, sotto la direzione artistica di Rupert Goold.

Fiennes, pluripremiato attore britannico, nonché interprete shakespeariano d’eccellenza (ed ora ho davvero capito perché), nei panni del malvagio più famoso del Bardo, ha dato il meglio di sé, impersonando in maniera talmente efficace il feroce Re, da fare davvero paura. Un altrettanto meravigliosa Vanessa Redgrave nei panni della regina Margherita, personaggio ingiustamente spesso trascurato nelle messe in scena del Riccardo III, attorniata da un ferrato gruppo di eccellenti attori, ha dato vita ad una messa in scena assolutamente illuminante ed incisiva. Partendo da una City contemporanea sotto la quale, nel parcheggio di Leicester, in seguito a degli scavi vengono ritrovati i resti di uno scheletro deforme, lo spettacolo libera i personaggi del dramma shakespeariano come anime fuoriuscite da un qualche scrigno magico, accostando lo spirito dei tempi della feroce “Guerra delle due rose”, dominato da ferocia, paura, usurpazione, razzismo e violenza, a quelli odierni, che pericolosamente mettono in discussione legalità, senso del giusto e dello sbagliato, ponendo assurdamente in conflitto le coscienze, anche rispetto ai loro stessi “contenitori umani”.

Lo spettacolo, prodotto da John Wyver, è stato ripreso utilizzando numerose videocamere posizionate intorno al palcoscenico e all’intera platea. Riccardo III si colloca tra le opere giovanili di Shakespeare e, secondo gli studiosi, venne composta presumibilmente nei primi anni Novanta del ‘500. È proprio Riccardo III colui che, dopo aver perso la battaglia di Bosworth nel 1485, pronunciò una delle frasi più celebri di tutta la produzione del drammaturgo di Stratford-upon-Avon: «Un cavallo, un cavallo! Il mio regno per un cavallo!».

L’attore e regista Ralph Fiennes (Schindler's List, Il Paziente inglese, Grand Budapest Hotel, A Bigger Splash, Skyfall, Spectre, Harry Potter, The Contsant Gardener) è tornato il splendida forma all’Almeida dopo 16 anni, dopo aver interpretato in questo teatro i ruoli di Ivanov, Amleto, Riccardo II e Coriolanus. Il Premio Oscar Vanessa Redgrave è invece al suo incredibile debutto sul palcoscenico dell’Almeida, contribuendo a dar vita ad un Riccardo III che riscopre i ruoli femminili del dramma come mai in passato. Abituati a ripercorre gli incubi e le crisi di una coscienza ormai lurida e compromessa, come solitamente comporta la messa in scena di questa famosissima pièce, restiamo invece piacevolmente stupiti da una messa in scena che ci racconta nel dettaglio la corsa al potere di Richard: i complotti, i tradimenti, l’incredibile e violentissima trama che porta il “cane deforme”, partorito dal Diavolo, sul trono d’Inghilterra, in un momento di fortissima instabilità politica, economica e sociale.

Gli argomenti centrali, coronati da una recitazione incredibile ed imperdibile, sono la crisi delle coscienze, individuali e sociali, e le dinamiche della corruzione: atroci, ed immutabili nel tempo. Lo spettacolo non è solo perfettamente riuscito, ma anche chiarissimo (finalmente ho capito a fondo certi passaggi del Riccardo III) e talmente interessante e piacevole che davvero fa rimpiangere il fatto di non averlo potuto sperimentare dal vivo. Come esperimento di ripresa teatrale si può dire riuscito: certo, dal vivo sarà sempre stata un’altra cosa, ma il montaggio è impercettibile, si vede tutto benissimo, l’impatto delle scene non è particolarmente appiattito dalle videocamere e l’audio è assolutamente perfetto e a  tratti iperrealistico.

Le scenografie sintetiche e contemporanee, ed allo stesso tempo efficaci ed eleganti, sono di Hildegard Bechtler; i costumi di Jon Morrell, i suoni e le musiche di Adam Cork, le luci di Jon Clark e la “fight direction” di Terry King.

Riccardo III è distribuito nei cinema italiani da Nexo Digital con i media partner Sky Arte HD e MYmovies.it e con il sostegno del British Council.

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