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8/10

Una Canzone per Marion regia di Paul Andrew Williams

Commedia
recensione di Gabriella Massimi

Arthur è uno scontroso pensionato che non si spiega come sua moglie Marion possa rendersi ridicola cantando stupide canzoni nel coro amatoriale del quartiere. Attraverso la passione di Marion, Arthur conosce Elizabeth, la direttrice del coro, che vede in lui qualcosa di speciale, nonostante il suo carattere burbero. Elizabeth e la musica aiuteranno Arthur a rendersi conto che nella vita non è mai troppo tardi per cambiare. Nonostante i suoi settant'anni, Arthur inizia a dar sfogo liberamente ai suoi sentimenti, cercando di trovare un modo per riavvicinarsi a suo figlio James.

Delizioso.E' probabilmente questa la parola che meglio descrive l'ultima pellicola di Paul Andrew Williams, regista e sceneggiatore di altre tre sole pellicole oltre a Una canzone per Marion: Cherry Tree Lane, The Cottage e London to Brighton.

Con questo ultimo film però Williams si sente completamente soddisfatto: "Una canzone per Marion è forse la più personale tra le sceneggiature che ho scritto, non soltanto perché i personaggi sono tutti riconducibili a me, ma perchè ho cercato di fare in modo che ciascuno di noi potesse riconoscersi in alcuni elementi del film".

In parte il film fa riferimento al rapporto tra il nonno e la nonna di Williams; infatti, come questi, Arthur e Marion si amano incondizionatamente pur avendo due caratteri l'uno l'opposto dell'altro: Arthur scontroso e burbero, ma devoto alla moglie e preoccupato della sua cagionevole salute; Marion invece solare e speranzosa, nonostante la grave malattia che la sta portando via.

Williams era quasi terrorizzato quando realizzò che avrebbe lavorato con due importanti attori hollywoodiani: Terence Stamp e Vanessa Redgrave.

E' stata probabilmente la sceneggiatura la ragione per cui la leggendaria attrice, Vanessa Redgrave ( Espiazione, Coriolanus), ha deciso senza esitazione di entrare nel cast di questo film, che, come pochi altri, tratta di persone anziane.

A lei si è poi affiancato Terence Stamp. L'attore ha avuto qualche difficoltà a riconoscersi nel personaggio, faceva fatica a immaginare se stesso come un burbero vecchio.

Fondamentale è la relazione tra questi due personaggi. Nel mondo di oggi ormai ci sono quasi più divorzi che matrimoni, Williams ha voluto mostrare l'amore e il rapporto profondo che lega le vecchie coppie sposate di un tempo.

Ma vero elemento centrale del film è il rapporto tra Arthur e il figlio James, interpretato da Christopher Ecclestone ( Our friends in the north, Flesh and blood ). La loro difficile relazione è causa di malessere per tutta la famiglia, ma la perdita di quella che è stata per loro moglie e madre li costringerà a riavvicinarsi.

Collante di queste vicende familiari è il coro diretto da Elizabeth (Gemma Arterton) la giovane volontaria entusiasta dedita completamente all'insegnamento della musica, che aiuterà Arthur a uscire dal suo bozzolo di cinismo.

Williams e il produttore Ken Marshall volevano creare un vero e proprio coro formato da anziani di una comunità. Cominciarono così a fare ricerche nel Nord-Est del paese e la loro attenzione fu catturata dalle Heaton Voices, un coro aperto a tutti di Newcastle-on-Tyne, fondato nel 2000 da Richard Scott, che quasi subito divenne l'arrangiatore musicale del film.

Williams non voleva però coinvolgere il gruppo di Scott direttamente e così fece uscire un annuncio diretto a persone che già cantavano in un coro, invitandole a fare un provino. Ma attenzione non provini per la voce, nello scegliere i componenti del coro non li hanno mai sentiti cantare. Williams cercava infatti "personaggi" credibili.

Alcuni di questi sono in realtà conosciuti dal grande pubblico, come Anne Reid o Ram John Holder, ma gli attori sono stati bravissimi a mimetizzarsi nelle file del coro.

L'emozione più forte però Scott l'ha provata quando Vanessa e Terence hanno cantato il loro assolo. "Sul set le loro interpretazioni hanno fatto sciogliere in lacrime molti di noi " dichiara il maestro; posso affermare che lo stesso è accaduto nella sala del cinema.

Ovviamente le loro canzoni sono i brani portanti di tutto il film: Marion dedica al marito True Colors di Tom Kelly e Billy Steinberg, invitandolo ad aprirsi e accogliere quella forza vitale che il cancro le sta portando via.

Dal canto suo Artrhur le dedica How do you speak to an Angel di Bob Hilliard. Con questa canzone non solo ricorda la sua amata Marion, ma si rivolge anche al figlio per scusarsi del suo comportamento e tentare di riallacciare un rapporto.

Un film che coinvolge emotivamente, ma anche rallegrato da sequenze molto divertenti soprattutto nell'ambiente del coro di anziani.

Come dice il regista, si pensa agli anziani solo come persone che se ne stanno chiuse in casa a pensare ai loro acciacchi e alla morte imminente, invece si divertono, si incontrano, parlano di sesso e si fanno anche delle grasse risate.

Quindi nonostante una trama ricca di emozioni e drammaticità, si esce dalla sala con il sorriso e una gran voglia di mettersi a cantare.

 

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