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8/10

Cani Arrabbiati regia di Mario Bava

Thriller
recensione di Gabriele Repaci

Dopo aver rapinato un portavalori di una piccola casa farmaceutica i tre banditi soprannominati rispettivamente «Il Dottore» (Maurice Poli), «Bisturi» (Don Backy) e «Trentadue» (George Eastman) per sfuggire alla polizia prendono in ostaggio una donna (Lea Krueger) e sequestrano una macchina con a bordo un uomo distinto di nome Riccardo (Riccardo Cucciolla) ed un bambino.

Ispirato ad un racconto di Ellery Queen, Cani arrabbiati di Mario Bava è forse uno dei film più sfortunati della storia del cinema. La pellicola infatti non uscì mai nelle sale poiché il produttore Roberto Loyola andò in bancarotta e non poté distribuirlo. Solo nel 1995 grazie all’attrice Lea Lander (che nei titoli di testa figura col nome di Lea Kruger) e alla sua Sfera Cinematografica ne è uscita una copia in DVD a Colonia con il titolo di «Semaforo Rosso» e con alcuni cambiamenti (il finale ad esempio). In seguito il produttore Peter Blumenstock ripristinò la versione originaria.

Girato in piena estate nel tratto autostradale Roma-Civitavecchia senza utilizzare neanche un trasparente, il film di Bava si presenta come un condensato di cruda violenza, colpi di scena e umorismo noir.

In quest’opera il regista sanremese abbandona il genere horror che lo aveva reso famoso per realizzare un thriller claustrofobico che anticipa nettamente lo stile iperrealistico ed esagitato di Quentin Tarantino che non a caso considera Mario Bava uno dei suoi maestri. In effetti, come molti critici hanno fatto notare, le assonanze di Cani arrabbiati con il capolavoro tarantiniano Le Iene sono molteplici. In primo luogo il titolo in lingua inglese: «Rabid Dogs» il film di Bava «Reservoir Dogs» quello di Tarantino.  In seconda battuta la trama: in entrambi i casi i protagonisti sono dei rapinatori che scappano dalla polizia dopo un colpo andato a male ed in cui almeno uno dei banditi è stato ucciso. Inoltre in ambedue i lungometraggi i criminali vengono chiamati con soprannomi  e a causa della situazione tesa iniziano a litigare fra loro fino ad uccidersi a vicenda. Salta poi agli occhi la somiglianza fra lo psicopatico Vic Vega alias «Mr. Blonde» de Le Iene, interpretato dall’attore Michael Madsen, e «Bisturi» di Cani arrabbiati impersonato dal noto cantante italiano Don Backy.

Forse è esagerato parlare del film di Tarantino come di un remake di quello di Bava tuttavia le similitudini fra le due pellicole sono troppo numerose perché  siano frutto del caso. Sapendo poi che il regista americano per sua stessa ammissione copia dai lavori altrui (ha affermato infatti che «i grandi artisti non copiano, rubano» citando un famoso aforisma di Igor Stravinskij) il sospetto è d’obbligo.

Dal punto di vista stilistico è da sottolineare come attraverso un utilizzo nevrotico della cinepresa, prodiga di zoom  e primi piani imprevedibili, il regista dia allo spettatore l’impressione di vivere in prima persona le scene mostrate nel film.  A ciò vada aggiunta la splendida colonna sonora pulp-jazz composta da Stelvio Cipriani che contribuisce a rincarare la dose di ansia e paura per tutta la durata del film.

Nonostante il cast non sia composto da attori famosi (a parte forse Riccardo Cucciolla già noto per aver interpretato la parte di Nicola Sacco nel celebre Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo e alfiere insieme al collega Gian Maria Volonté del cinema impegnato italiano) la qualità della recitazione è decisamente buona. Una nota di merito in particolare va all’attore George Eastman (al secolo Luigi Montefiori che diverrà in seguito il protagonista di Antropophagus  di Joe D’Amato uno dei più noti gore all’italiana) nella parte del bandito maniaco sessuale «Trentadue» (lasciamo immaginare ai lettori il perché di tale epiteto) che attraverso il suo umorismo volgare e di dubbio gusto (il famoso indovinello sul «biscotto nel caffellatte») riesce a rendere ancora più malata l’atmosfera che si respira durante tutta la durata della pellicola.

In conclusione Cani arrabbiati  è in assoluto il miglior film di Mario Bava che può essere considerato senza timore di smentita il primo pulp della storia ma che purtroppo a causa di una sorte avversa non ha avuto il riconoscimento che gli spettava.

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Voto degli utenti: 8,5/10 in media su 2 voti.
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Marco_Biasio (ha votato 9 questo film) alle 11:34 del 15 ottobre 2013 ha scritto:

Un capolavoro, a tratti indefinibile nell'intreccio vorticoso di generi. Per effetto straniante preferisco di poco Lisa e il diavolo a questo, ma comprendo perfettamente il fascino che Rabid Dogs può esercitare. Bella recensione e ripescaggio doveroso - invito alla visione del dvd curato dalla sempre accorta Rarovideo.

Gabrepa1990, autore, alle 14:34 del 15 ottobre 2013 ha scritto:

Lisa e il diavolo è un grandissimo film di tutt'altro genere però. Qui Bava esce dall'horror per cimentarsi nel genere thriller riuscendo a sfornare uno di più bei film della storia del cinema italiano.

Augustus (ha votato 8 questo film) alle 21:28 del 15 ottobre 2013 ha scritto:

Molto bello...grande Bava! Però una precisazione: è impossibile che Tarantino si sia ispirato a questo film, perchè appunto è stato distribuito solo nel '95, e Le Iene è del '92, quindi Quentin non l'aveva ancora visto!!

Gabrepa1990, autore, alle 14:45 del 16 ottobre 2013 ha scritto:

si infatti è davvero poco probabile che l'abbia visto (a meno che non si sia procurato in qualche modo la pellicola prima della sua distribuzione in dvd nel 95) tuttavia bisogna ammettere che le assonanze fra i due film sono quasi imbarazzanti

Augustus (ha votato 8 questo film) alle 12:29 del 19 ottobre 2013 ha scritto:

Indubbiamente! Anche se credo che le maggiori fonti di ispirazione per Le Iene siano soprattutto Rapina a Mano Armata e Giungla d'Asfalto