A 27° Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina

27° Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina

 

L’arte che ispira cambiamento

“Where future beats - Dove pulsa il futuro”

Anche quest’anno l’organizzazione del Festival si è lasciata ispirare all’icona della zebra, dai colori accesi e vibranti, sotto il segno del futuro, sempre più convinta del fatto che rappresentare in modo diverso un luogo possa contribuire a cambiare anche il suo avvenire. Con “Where future beats” l’intenzione è quella di raccontare di continenti che battono al ritmo dell’innovazione. Beat quindi come battito del cuore di luoghi in trasformazione, ma anche come giovani generazioni “beat” di ribelli, dato che le rivoluzioni, ed i sovvertimenti degli schemi, oggi arrivano dal Sud del Mondo, a risvegliare la nostra invecchiata Europa. Per questa edizione l’organizzazione ha ricevuto oltre 70 film tra i quali scegliere, indice del fatto che la produzione in queste aree geografiche aumenta. Nei film in concorso, per quanto spesso prendano il sopravvento gli aspetti più drammatici delle realtà raccontate, ed i registi, tra i quali quest’anno tre donne, si facciano testimoni ed interpreti attenti e sensibili delle difficoltà che li circondano, si coglie la visione lucida e globale di artisti che dialogano con il pubblico consapevoli del loro ruolo nella costruzione di un nuovo futuro. Perché l’arte ha da sempre ispirato il cambiamento e ha ancora il compito di anticiparne i tratti. Chiavi di lettura della manifestazione sono dunque una profonda riflessione sulla crisi nella percezione del tempo, poiché il tempo per fermarci ad ascoltare e per fare bene le cose, in maniera curata, in questa società sembra diventare sempre più un lusso. Il Festival è un importante osservatorio, che ci consente di capire come procede la vita nel resto del mondo. Si dà sempre meno valore alla ricerca in ambito culturale, privilegiando quella scientifica e a tratti nemmeno quella, come se intere sfere della conoscenza umana non dovessero più avere importanza, ed il compito di questa manifestazione è invece proprio quello di continuare a fare ricerca culturale. Si punta l’ottica sulle urgenze, sull’attualità, provando ad immaginare la società del futuro: per questo si è scelto di sottotitolare questa 27° edizione “la linea rossa del futuro”.

Nel 2017 il FCAAAL sintetizza dunque la sua proposta culturale nel claim “Dove pulsa il futuro”, ed inaugura un’importante collaborazione con il nuovo spazio di cittadinanza della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, che accoglierà nella sua struttura la sezione speciale Democrazie Inquiete, viaggio nelle trasformazioni dell’America Latina, ed una tavola rotonda intitolata: “Africa, continente del futuro. Università e nuova imprenditoria” in collaborazione con la Fondazione Edu su start up, studio e impresa in Africa. Sempre attenta alle sperimentazioni di nuove forme del linguaggio audiovisivo, la manifestazione quest’anno porterà in Italia i primi film africani in Virtual reality 360°, che saranno visibili in una VR lounge al Festival Center, nel Casello Ovest di Porta Venezia, presso la Casa del pane di MM Porta Venezia. I film in concorso nella Sezione Lungometraggio saranno 10, di cui 3 provenienti dall’America Latina, 3 dall’Asia e 4 dall’Africa. Con la partecipazione africana si recuperano quest’anno un documentarismo ed una poesia che non vedevamo più da tempo nel realismo magico di questo tipo di cinematografia.

Anche quest’anno, per la terza occasione di seguito Lenovo, che ha molto a cuore lo sviluppo della multiculturalità  e della cultura delle diversità, rinnova la sua partnership con il Festival e insieme a Zooppa, piattaforma di contenuti creativi in crowdsourcing, sostiene alcune iniziative di formazione attorno al concept #DifferentisBetter e con uno speciale focus al femminile. Si rinnova anche la collaborazione con il LagosPhoto Festival che quest’anno propone un’esposizione di fotografie di artisti africani ispirata al tema principale della manifestazione cinematografica, che si concentra sui movimenti politici, sociali e transnazionali delle nuove generazioni africane, con l’intento di proporre una nuova visione dell’Africa: moderna, urbanizzata e rivolta verso il futuro.

I film in competizione concorrono all’assegnazione di un montepremi di 20.000 euro. Grande rilievo è stato dato alle attività di Media Literacy per le scuole della Lombardia e alle proiezioni post-festival nelle città italiane, tra cui un’importante collaborazione con il Museo del Cinema di Torino.

La programmazione, anche quest’anno, darà rilievo a film “evento” mantenendo uno schema che vedrà fiction e documentari presentati in un’unica sezione competitiva: il Concorso Lungometraggi Finestre sul Mondo. La sezione Eventi Speciali “Flash” raccoglierà le importanti anteprime del Festival fuori-concorso. I film in concorso saranno giudicati da tra esperti internazionali, che assegneranno il Premio al Miglior Film del Concorso Lungometraggi Finestre sul Mondo e da una giuria di giornalisti italiani che attribuirà il Premio al Miglior Cortometraggio Africano e al Miglior film della sezione Extra-Razzismo Brutta Storia, dedicata ai film italiani girati nei tre continenti, o sulle tematiche dell’immigrazione in Italia. Verrà omaggiato anche Liu Zhenyun, noto scrittore e sceneggiatore cinese che sarà ospite dell’Istituto Confucio dal 26 al 28 marzo.

Il festival è inserito nei “Magnifici 7” del MFN (Milano Film Network) e chiude il cerchio delle manifestazioni che si susseguono ormai incessantemente in città durante l’anno, che sono Filmmaker, Invideo, il Milano Film Festival, Mix-Sguardi Altrove, Sport Movies & TV Festival e appunto il Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina, con l’obbiettivo di fare di Milano la città del Cinema Indipendente, dando vita ad un lungo ed ideale cartellone cinematografico che percorre l’intero anno. Ma perché sia così non basta creare dei momenti espositivi, bisogna fare in modo che i prodotti indipendenti possano trovare una vera distribuzione, quantomeno nazionale.

Il festival dedicherà una serata speciale, venerdì 24 marzo all’Auditorium San Fedele, al grande regista brasiliano Héctor Babenco, recentemente scomparso, presentando in anteprima nazionale il suo ultimo film: My Hindu Friend, con la partecipazione di Willem Dafoe, straordinario protagonista del film, che incontrerà il pubblico all’Auditorium. Il film ripercorre le vicissitudini dello stesso Babenco: la sua lotta e il suo trionfo contro la malattia che aveva rischiato di portarlo alla morte nel 1994.

Dopo l’inaugurazione di domenica 19 marzo dalle 17:00 alle 22:00, con cocktail offerto dal Consolato Generale del Burkina Faso a Milano, al Festival Center, lunedì 20 marzo le proiezioni si apriranno con I Am Not Your Negro, di Raoul Peck (alla presenza del regista), film candidato all’Oscar come Miglior Documentario 2017 e vincitore del Premio del Pubblico del Berlinale Panorama. Il film verrà distribuito in Italia da Feltrinelli Real Cinema in collaborazione con Wanted e sarà nelle sale dal 21 marzo, in occasione della Giornata mondiale contro il razzismo.

La manifestazione è stata anticipata alla Stampa con la proiezione del bellissimo Félicité, di Alain Gomis, elegante racconto musicale di ritorno alla vita, che gli spettatori potranno vedere il 23 marzo alle ore 21:00 presso l’Auditorium San Fedele e sempre nello stesso luogo alle 21:45 di domenica 26 marzo.

I luoghi del Festival, che sono diversi, si possono individuare sul sito: www.festivalcinemaafricano.org, dal quale è possibile vedere il programma. La Festival Card costa 2 euro, ogni singolo ingresso 6 euro, la Tessera per tutte le proiezioni va dai 30 ai 35 euro e la Tessera Socio Sostenitore costa 60 euro. Come hanno sottolineato anche Alessandra Speciale, una delle due direttrici artistiche del Festival e Roger Richard, coordinatore eventi culturali dell’Associazione Città Mondo, <<se il cinema è davvero considerabile una risorsa, culturale ed economica, per il paese, allora bisogna stanziare sempre più fondi (e non sempre meno) perché si proceda in questo senso>>.

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