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5/10

Bongo e i Tre Avventurieri regia di Jack Kinney, Bill Roberts e Hamilton Luske, William Morgan

Animazione
recensione di Alessandro Giovannini

Il Grillo Parlante intrattiene il pubblico prima facendo partire un giradischi che narra la vicenda di Bongo (un orsetto acrobata che lascia il circo per andare a vivere nel bosco, suo habitat naturale) e poi aggregandosi al party di compleanno dell'attrice bambina Luana Patten (1938-1996), durante il quale il ventriloquo Edgar Bergen (1903-1978) racconta la storia di tre avventurieri (Topolino, Paperino e Pippo) che, ricalcando la fiaba del fagiolo magico, ascendono al castello incantato fra le nuvole per cercare una soluzione alla siccità che sta distruggendo la loro terra.

Sebbene sia un lungometraggio, si tratta semplicemente di due cartoni di durata poco più che televisiva, attaccati in sequenza ed incorniciati da un episodio che fa da collante in apertura e chiusura del film che ha per protagonista il Grillo Parlante, personaggio riutilizzato da Disney anche al di fuori del contesto del film originario, Pinocchio. Il film mantiene l'approccio sperimentato durante i due Classici precedenti di stampo propagandistico (Saludos Amigos e I tre Caballeros) consistente nel mixare disegni animati e filmati in live action, anche se questa componenete è di gran lunga subordinata alla prima. Luana Patten interpretò alcuni film prodotti dalla Disney durante gli anni '40 (si trattava di film realizzati in live action per un pubblico infantile).

L'episodio più interessante è senza dubbio il secondo, sia perché é la prima volta che i tre personaggi principali del mondo Disney sono insieme per un'avventura, sia perché dopo anni difficoltosi per lo Studio, si comincia a notare un risollevamento della qualità artistica e tecnica nella realizzazione di storie e disegni. Per quanto riguarda l'episodio dell'orsetto Bongo, invece, è facile notare un riuso di situazioni già viste in film precedenti, a cominciare dall'mbientazione circense iniziale che rimanda a Dumbo. Non è un cartone da disprezzare, ma semplicemente non è da consigliare maggiormente rispetto ad un episodio dei Looney Tunes: le gag comiche sono infatti il pregio principale del segmento, che non si distingue per pregi tecnici particolari nè per brillantezza della sceneggiatura (banalotta, invero).

Insomma si può dire che di questo film se ne salva la seconda metà, mentre la prima è del tutto accessoria. Bisognerà aspettare ancora un paio d'anni prima di intravedere una decisa ripresa qualitativa dello Studio Disney.

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