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5/10

Arthur e La Guerra dei Due Mondi regia di Luc Besson

Animazione
recensione di Alessandro Giovannini

Finalmente penetrato nel mondo degli uomini a dimensioni infinitamente più grandi della norma, il perfido Maltazard si accinge a fare lo stesso con il suo esercito di insetti, per conquistare il mondo. Arthur, Selenia e Beta devono trovare il modo di fermarlo, ricorrendo all'aiuto del nonno Arcibald, dei Minimei e persino del redivivo figlio del nemico, Darkos.

Ah, le trilogie! Motivo di odio e amore per gli spettatori: odio, perchè rendono le storie prolisse, condannando ad anni di attesa per giungere, quando va bene, a conclusione (la saga dei Pirati dei Caraibi purtroppo è un esempio di eccezione alla regola); amore, perchè permette ad ogni nuovo episodio di immergersi in un mondo famigliare in compagnia di personaggi cui (se la saga è ben fatta) si finisce per affezionarsi.

La saga di Luc Besson è particolare, perchè inaspettata: non è l'ennesima pensata delle majors, ma una produzione francese nata dalla mente di un padre che si interrogava su come spiegare l'ecologia ai figli. E pur non rinunciando alle tecniche di animazione più all'avanguardia ha mantenuto un'atmosfera più casereccia, intima, anche in virtù del fatto che le vicende si svolgono prevalentemente entro lo spazio di un giardino di casa.

Questo terzo ed ultimo capitolo amplia però gli orizzonti spaziali, con una lunga battaglia finale nella cittadina anni '60 di Daisy Town, fra esercito e zanzare giganti. E se l'omaggio ai film di fantascienza americani è evidente (per non parlare del tributo a Star Wars, serpeggiante in tutta la saga e qui più che mai evidente, con una geniale ricostruzione fantastica della nascita dell'idea della saga nella mente di George Lucas) altrettanto chiaro è come il regista e la sua troupe si siano lasciati andare un po' troppo alla regola hollywoodiana che vuole per i sequel (e soprattuto per gli episodi finali) il potenziamento di tutto ciò che è apparso negli episodi precedenti: film più lungo, battaglie più spettacolari, proporzioni ingigantite da qualunque punto di vista. Insomma il contenuto si perde troppo in favore di una forma che stona con i due film precedenti, tutti incentrati sull'infinitamente piccolo.

Ciò non impedisce il divertimento, comunque: tolti il difetto di fondo sovramenzionato ed il finale un po' frettoloso e non molto appagante, il piglio avventuroso e giocherellone nonché le gag tipiche della saga perdurano. Spazio ridotto per alcuni personaggi importanti della saga (il che è un male) compensato da un utile approfondimento di altri inizialmente secondari che ora diventano più importanti (il che è un bene). La recitazione è funzionale, come la colonna sonora (con Bowie-iana Rebel Rebel sui titoli di coda).

La visione è ovviamente obbligatoria per chi ha visto i primi due episodi, e per i novizi c'è un veloce riassunto dei fatti a inizio film. Sono comunque convinto che un dittico (con il secondo e terzo episodio condensati in uno più breve) sarebbe stata la soluzione migliore, ed avrebbe evitato di far apparire Arthur e la guerra dei due mondi un'accessoria ripetizione. Il virus della trilogia ha colpito anche in Francia...

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