Monsieur Lazhar regia di Philippe Falardeau
DrammaticoLa morte per suicidio di un'insegnante permette a Bachir Lazhar, un algerino richiedente asilo in Canada, di prenderne il posto. Quando Bachir comprenderà la profondità del dramma che stanno vivendo gli alunni della sua classe metterà in gioco tutto se stesso per risolvere la crisi in cui bambini sono precipitati.
L'inaspettata morte per suicidio di un'insegnante getta nello sgomento i bambini della sua classe ma apre un'opportunità di lavoro per Bachir Lazhar, un algerino richiedente asilo politico in Canada, che ne prenderà il posto. Bachir è un uomo solo che ha perduto tutto. Tutto tranne la sua dignità che lo porta ad interessarsi alle sorti del suo prossimo, anche se ignora se la società si interesserà della sua sorte. Il rapporto tra un uomo proveniente da un paese del sud del mondo, in lotta per la sua sopravvivenza ed una grande potenza civilizzata del nord mostra le contraddizioni tra questi due emisferi.
I professori canadesi nel tentativo di rispettare perfettamente i diritti dei bambini sono diventati incapaci di comunicare affetti. Essi sono ragionevolmente compresi in una logica che li tuteli da ogni rischio di errore e di incomprensione, accettando l'inevitabile perdita di contatto con i loro alunni. Ma Bachir non è così, non lo è per cultura e per condizione. Per lui è naturale convivere con il rischio della sconfitta e dell'incomprensione e il rischio di perdere non gli sembra un buon motivo per non agire, esattamente come deve essere stato per sua moglie che ha messo in gioco la sua vita per opporsi al terrorismo nel suo paese. Eppure esiste un mezzo di comunicazioni tra questi mondi lontani ed è la comune cultura francese e la sua lingua.
Questi paesi lontanissimi condividono la condizione di ex colonie della Francia e di questo paese hanno conservato l'impronta culturale. I percorsi seguiti dagli algerini e dai canadesi sono stati molto diversi eppure oggi Bachir riesce a ritrovare il nesso di una comune appartenenza attraverso l'amore per la stessa lingua. In questo non vi è l'ambiguità di un'esaltazione del dominatore coloniale. Si sente piuttosto l'eco delle contaminazioni e dei prestiti culturali che sempre avvennero tra i popoli, come accadde tra greci e romani.
E così quando Bachir capirà che il suicidio dell'insegnante probabilmente era anche un gesto estremo di protesta contro chi non l'aveva compresa che coinvolgeva gli stessi alunni, sceglierà di mettersi in gioco per dare il suo contributo nella risoluzione della crisi. Ovviamente pagherà questo suo slancio d'umanità. Pagherà senza strepiti, senza perdere la voglia di interessarsi alle persone che ha scelto di amare, come se tutto fosse già stato messo in conto. Ma il suo gesto non sarà stato inutile, Bachir è uomo tra uomini, è un essere sociale che interviene nella società che lo accoglie e che di lui ha bisogno.
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