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8/10

L'Enfant - Una Storia d'Amore regia di Jean-Pierre e Luc Dardenne

Drammatico
recensione di Filippo Mira

Bruno e Sonia sono una giovane coppia che affronta la nascita del loro figlio Jimmy. Le vite dei due ragazzi cambieranno quando il padre, uno scapestrato ladruncolo, venderà per denaro il neonato, e dovrà fare i conti con le conseguenze derivate da questa sua avventata decisione...

Palma d'oro al festival di Cannes del 2005, L'Enfant è il secondo lungometraggio dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne a vincere il top prize della kermesse, dopo Rosetta nel 1999. Come la maggior parte dei loro film, L'Enfant è una coproduzione low budget franco-belga, i cui protagonisti sono outsider della società che conducono esistenze al margine. Bruno è un piccolo criminale che vive alla giornata. Pensa che il lavoro sia "roba da coglioni" e si guadagna da vivere vendendo oggetti rubati, spesso con l'aiuto di Steve, un criminale appena 14enne.

Le prime immagini del film mostrano Sonia, con in braccio il piccolo Jimmy, pervenire al suo appartamento, che trova però occupato da una coppia di estranei. Quando i due raggiungono Bruno la madre gli mostra per la prima volta il bambino: il ragazzo non pare molto interessato e non ricorda nemmeno il nome che insieme avevano stabilito per il piccolo. "Ci ho fatto un po' di soldi, a che serviva dirtelo?" è la giustificazione che Bruno fornisce a Sonia per aver affittato il suo appartamento senza averle prima chiesto il consenso.

Questi primi 6 minuti dell'opera forniscono una sinottica panoramica delle vite dei due giovani. Ne emerge l'incuria che caratterizza Bruno, un piccolo criminale per cui i soldi valgono più della vita di un bambino, più di quella del proprio figlio. Ciò nonostante i due ridono, scherzano, si abbracciano e si rincorrono. Sono innamorati. La loro, inizialmente, è una storia serena.

Nessuna musica accompagna le immagini filmate dal duo di registi belgi, solo le voci dei protagonisti e i suoni di una silenziosa città (Seraing), che rimane per lo più sfuocata nel background delle immagini. La macchina da presa dei Dardenne è impegnata a seguire gli esseri umani protagonisti, a volteggiare attorno ai loro corpi e a documentarne le azioni. La regia ha un impostazione alquanto minimalista, le scene sono quasi tutte dei piani sequenza girate con macchina a mano. Alla narrazione verista del film aggiungono notevole valore le intense performance attoriali di Jèrèmie Renier e Déborah François, gli attori che interpretano la coppia protagonista. Le espressioni del viso di Jèrèmie Renier, l'attore che interpreta Bruno, comunicano più delle sue parole. Attraverso lo studio che la macchina da presa fa degli sguardi e dei gesti dell'attore belga vengono a galla i suoi timori, il suo senso di smarrimento e di inadeguatezza.

L' enfant del film non è solo il piccolo Jimmy, ma lo sono anche i giovani genitori, Bruno in particolare. Proprio come un bambino, il suo comportamento è caratterizzato dalla mancanza di assunzioni di responsabilità. Bruno affronta le giornate con poca lungimiranza, trascurando spesso le conseguenze delle proprie azioni, con le quali dovrà ineluttabilmente fare i conti. Quando rivela alla sua ragazza di aver venduto l'infante si giustifica semplicemente dicendole "tanto ne facciamo un'altro". A seguito della vendita del neonato il recidivo Bruno rimarrà solo. Si renderà conto solo allora del valore di ciò che ha perso e di quanto era importante avere affianco qualcuno che lo amava.

Il sottotitolo della versione italiana è “una storia d'amore”, ma oltre che d'amore la storia filmata dai due fratelli è una storia di perdono e redenzione. Nell'intensa scena finale Bruno fa emergere l'ormai insopprimibile angoscia che dimorava in lui, e nonostante la drammaticità del girato è percepibile il risplendere di un piccolo barlume di ottimismo. Bruno è infatti diventato più maturo, è pronto a pagare il prezzo dei suoi errori passati e a redimere la propria sporca coscienza.

La fotografia sgranata si adatta perfettamente al crudo realismo della narrazione. Quello di L'Enfant è un percorso visivo composto da semplici inquadrature e semplici movimenti di macchina, che conferiscono alla forma filmica un taglio decisamente realistico. Lo sguardo dei Dardenne riesce con "poco" ad emanare una carica umana fortissima, che ci farà riflettere sulle scelte, la morale umana e le crisi di coscienza.

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alexmn 8/10
FreakM 8/10

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