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8/10

Cantando Dietro I Paraventi regia di Ermanno Olmi

Fantastico
recensione di Pasquale D'Aiello

La pellicola comincia in Cina con un giovane studente che per errore viene condotto in un teatrino fuori mano dove durante lo spettacolo è possibile ottenere prestazioni sessuali. La rappresentazione teatrale si apre con un monologo di un vecchio capitano di vascello dall'accento portoghese sul fascino della pirateria, fino ad arrivare al racconto delle vicende di Ching, piratessa ai tempi della Cina Imperiale.

Ching è la moglie di un temuto ammiraglio pirata che tormenta le coste cinesi mettendo a ferro e fuoco i villaggi. Una notte il marito viene avvelenato ed ucciso a tradimento dai suoi finanziatori, offesi per la sua disponibilità a collaborare con l'Imperatore. Incapace di accettare la morte del marito Ching decide di indossare l'uniforme del pirata e di continuare la sua opera di scorribande per tenere alto l'onore della figura offesa da un gesto cosi vigliacco. Ad affiancarla nella guida della flotta pirata vi è lo stesso capitano portoghese che fa da narratore nel teatro.

Le gesta della piratessa le fanno guadagnare una grande fama per i mari della Cina le sue azioni intaccano la stessa collaborazione che il defunto compagno intendeva stipulare con il governo cinese. Al tempo stesso introduce nuove regole di comportamento e rispetto delle merci saccheggiate e delle donne rapite.

 

Storia di pirati, pirati cinesi. Quando il mondo della pirateria sta per svanire, dissolto dalla potenza degli stati nazione. Chi vince oltre a incaricarsi di scrivere la storia degli eventi decide tra perdono o castigo del perdente. Se il vincitore è un giovane imperatore formatosi sull'antica filosofia orientale e lei una giovane e affascinante piratessa il meccanismo di metafore e riflessi scorre leggero, accompagnato da una fotografia suggestiva ed emozionante.

Olmi ci informa che in un luogo lontano dalla nostra Europa e in un tempo dimenticato c'era un mondo sconosciuto in cui si combatteva ferocemente e senza pietà eppure era possibile perdonare, accettare le sconfitte, abbandonando il conflitto perso perchè così decretato dalla Storia. E' questa, forse, la lezione che possiamo apprendere da questo film che appare come la prosecuzione del percorso storico passato per il favoloso Il mestiere delle armi. Le sorprese non finiscono qui, possiamo guardare incantati Bud Spencer che incarna alla perfezione il personaggio mitologico del pirata "buono" che ogni bambino può immaginare.

E in un rimando tra immaginazione e film, tra realtà e rappresentazione lo vediamo mentre racconta storie di pirati ai bambini dell'equipaggio inscenando un teatrino improvvisato, quando già sanno che la loro sorte è segnata. Il teatro, la rappresentazione diventa vita, speranza anche quando la vita e la speranza sembrano perduti. Ma se l'Arte incontra la Filosofia la speranza, la vita può riprendere, sotto altra forma, una trasformazione che possa conservare l'energia, come "il baco che chiama morte ciò che noi chiamiamo farfalla".

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