R Recensione

7/10

Maybe Baby regia di Ben Elton

Commedia
recensione di Elena Rimondo

A Sam e Lucy sembra non manca niente: sono felicemente sposati, abitano a Londra e hanno un lavoro abbastanza buono. Se non fosse che il bambino che tanto desiderano tarda ad arrivare. Ad un certo punto lui, sceneggiatore, decide di sfogare la sua frustrazione scrivendo un film sull’incubo che sta vivendo, ma l’idea non si rivela delle migliori

Maybe Baby è il titolo di una canzone dei Crickets del 1957, ma anche di una deliziosa commedia inglese del 2000, tratta dal romanzo Unconceivable scritto da Ben Elton, il regista stesso. Ad essere precisi, è improprio parlare di commedia, dato che il film narra i disperati tentativi da parte di Lucy e Sam di avere un figlio. I due non lasciano intentata nessuna strada e, dal fare l’amore distesi sui genitali del gigante di gesso di Cerne Abbas, nel Dorset, alla procreazione assistita, le provano davvero tutte. Senza nessun risultato, ovviamente. Perciò quello di Sam e Lucy è un vero e proprio dramma, che rischia di terminare in tragedia per colpa di lui. Sam lavora per la BBC, ma la sua carriera, invece di progredire, fa passi indietro (viene addirittura trasferito nel reparto dei programmi per ragazzi) a causa dell’ostilità di un capo antipatico e arrogante, interpretato da un Matthew Macfayden perfettamente nella parte. Sennonché Sam, sceneggiatore affetto dal blocco dello scrittore, ha la brillante idea di fare necessità virtù, decidendo di scrivere una sceneggiatura in cui racconta il dramma che sta vivendo con la moglie. Per lui è un modo per sfogare la tensione e per esorcizzare le proprie paure, ma ad un certo punto, per rendere più credibile il personaggio femminile, commette un errore fatale che, se da un lato gli procura una fama insperata, dall’altro rischia di distruggere il suo matrimonio. Il momento più drammatico del film, infatti, non è quando l’estremo rimedio (la procreazione assistita) fallisce, ma quando Lucy, infuriata e delusa, arriva a dire che non vuole più avere un figlio dall’uomo che l’ha, in certo senso, tradita.

Quindi il film di Elton non si limita a narrare le peripezie che una coppia sterile è disposta a compiere pur di avere un figlio, ma va ben oltre, affrontando un tema non meno spinoso. Da sempre un interrogativo ossessiona chi fa arte, vale a dire: è giusto fare del dolore l’oggetto di godimento estetico? È un dilemma etico non da poco, che si fa ancor più insolvibile quando si tratta non solo della propria esperienza, ma di quella di qualcun altro, e, in più, quando questo ‘qualcun altro’ non vorrebbe che il suo dolore diventasse di pubblico dominio. Grazie all’espediente del film nel film, Elton mette in scena anche l’altra faccia della medaglia. Il film scritto da Sam, infatti, permette alle coppie che stanno vivendo lo stesso problema di identificarsi e, a tutti gli altri, di provare per qualche istante la frustrazione del non riuscire ad avere figli.

Nonostante il tema delicato, il film di Elton è pur sempre una commedia, in cui la comicità viene utilizzata per sdrammatizzare situazioni di per sé alquanto imbarazzanti, come certi esami e visite cui sia Lucy che Sam devono sottoporsi. Tanto per darvi un’idea del tono del film, nel ruolo di un ginecologo sui generis compare Mr Bean, al secolo Rowan Atkinson, mentre la parte dell’amica svitata con la fissa dei riti pagani della fertilità è affidata nientemeno che ad Emma Thompson. Infine, non bisogna dimenticare che il film, prodotto dalla BBC, contiene una critica (nemmeno troppo velata) della BBC stessa e dell’industria cinematografica e televisiva in generale, le quali accettano sceneggiature piene di stereotipi e violenza pur di far cassa. Il personaggio più insopportabile del film è proprio quello di un giovane “creativo” arrogante e supponente portato in palmo di mano dai produttori e dal capo di Sam.

Maybe Baby farà forse passare la voglia di avere un figlio a più di qualcuno, ma susciterà in molti la curiosità di andare a vedere il gigante di gesso nel Dorset. Peccato che l’erosione della collina in cui si trova abbia costretto le autorità locali a recintare la zona per impedire l’accesso a tutti i turisti, senza nessuna eccezione.    

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